VIRUS E SEGHINA

GIOVEDÌ, 14 MAGGIO 2020

VIRUS E SEGHINA

 

 

La fase superiore

In una fase più elevata della società comunista,

 

dopo che è scomparsa

 

la subordinazione asservitrice degli individui

 

alla divisione del lavoro,

 

e quindi anche il contrasto

 

di lavoro intellettuale e fisico;

 

dopo che il lavoro non è divenuto

 

soltanto mezzo di vita,

 

ma anche il primo bisogno della vita;

 

dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui

 

sono cresciute anche le forze produttive

 

e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva

 

scorrono in tutta la loro pienezza,

 

solo allora

 

l’angusto orizzonte giuridico borghese

 

può essere superato,

 

e la società può scrivere sulle sue bandiere:

 

“Ognuno secondo le sue capacità,

 

a ognuno secondo i suoi bisogni!”.

-Karl Marx-

VIRUS E SEGHINA

Due giovani mamme, durante il mortale virus mondiale 2020, erano disperate perchè non sapevano che cosa fare con i figli piccoli e le scuole chiuse. Prima i bambini tornavano a casa sazi di apprendimenti e di giochi, e stanchi messi a letto dopo la cena subito si addormentavano. Con il virus: tutti per tutto il giorno in casa, tutti annoiati, agitati. Alcuni genitori non avevano imparato a convivere con i loro piccoli figli, non conoscevano i giochi appropriati e sani, le storie giornaliere, le novelle e le ninnananne per il sonno sereno e innocente. Le due giovani mamme erano smarrite e disperate navigavano, telefonavano, chiedevano consigli. Già prima della virulenza alcune degenerate, per non perdere troppo tempo per accudire amorevolmente, umanamente e senza violenza i loro piccoli, evevano escogitato un rimedio veloce, un aiuto pratico ed efficacie, immediato: la seghina (sega significa, volgarmente, masturbazione maschile), così risparmiavano anche sulla spesa per i sonniferi; altre ingenue, stressate ed impaurite, fragili, nell’estremo bisogno di aiuto da parte del marito egoista ed assente criminale, praticarono quel trauma foriero di violenza. I beceri reazionari si accanivano contro i più deboli e contro i più bisognosi; si stappavano un’altra bottiglia, si fumavano un’altra sigaretta, giocavano d’azzardo in borsa, con un’altra dose si drogavano; cercavano e a tutti auguravano concorrenza e mercato, l’eccitante rischio, la forte avventura, l’intenso vivere un giorno da leoni con tanti nemici che cento anni da pecoroni, insomma, la vigliacca egoistica e cattiva, sofferente e danneggiante l’altrui serenità, l’atroce e la sporca prematura morte. (Ricordo da un racconto di Tommy detto Tom).

 

L’EROINA

La si può immaginare

 

 

come sogno fantastico invocare

 

 

quando ogni volontà d’avvenire

 

 

non è scoperta

 

 

né voluta

 

 

né combattuta

 

 

né perseguita

 

 

in quell’epica scommessa

 

 

che è la vita,

 

 

dove la cultura, l’intelletto,

 

 

l’amore, il dolore, la lotta,

 

 

la speranza, la fratellanza

 

 

diventano duri cimenti

 

 

di menti e corpi

 

 

nello sforzo d’essere umani.

 

 

L’eroina non è fata né mago

 

 

ma semplice orrido suicidio

 

 

e non vale la pena

 

 

darsi sogno in quell’angoscia

 

 

perché nell’artificiale l’umano scompare

 

 

e il loro sporco mondo s’ingrassa

 

 

ingollando sporca carta moneta.

 

 

Aspettiamo l’altra morte naturale

 

 

a compimento di vita veramente vissuta

 

 

quale esperienza umana

 

 

nell’ultima emozione terrena.

 

-Renzo Mazzetti-

 

(Verso levante, poesie del mio autunno caldo, 2009)

 

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia.

 

Vedi:

 

ECONOMIA MEMORIA DOPO VIRUS 

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