VIRUS E NERA IGNORANZA (FORZA GIUSEPPE)

 

GIOVEDÌ, 16 APRILE 2020

VIRUS E NERA IGNORANZA (FORZA GIUSEPPE)

 Il segnale del computer tiene fissa l’immagine sulla poesia:

 IL MANGIATORE DI PESCE FRESCO
Scomparve
 tra le mani
 la canna da pesca
 trascinato dall’Anguilla
 nel profondo dolce-salato
 al largo lontano
 dalla Bocca di Serchio
 spirito immortale
 felice di pescatore
di pesce fresco mangiatore.
 -Renzo Mazzetti- (1 Giugno 2019)

 Poi iniziano le prove per i collegamenti. Titolo della lezione in rete di Albertino:

 VIRUS E NERA IGNORANZA (FORZA GIUSEPPE)

“Oggi come un tempo sull’Italia intera fischia il vento infuria la bufera … “ :Questo è il sussurro registrato, durante il “calettamento” per i collegamenti con gli studenti, forse attribuito alla voce di Albertino, poi, a certa e chiara voce: A Cesare quel ch’è di Cesare, a Dio quel ch’è di Dio. Ma uno come me dove potrà cacciarsi? Dove mi è stata preparata una tana? Se fossi piccolo, come il grande oceano, sulle punte delle onde m’alzerei, con l’alta marea accarezzando la luna. Dove trovare un’amata, che sia uguale a me? Potrebbe trover posto nel minuscolo cielo? Oh, se povero fossi, come un miliardario! Che cos’è il denaro per l’anima? E’ un ladro insaziabile dentro di lei. All’orda sfrenata dei miei desideri non basta l’oro di tutte le Californie. Se balbettare potessi, come Dante o Petrarca! Per una sola accendere l’anima! Comandarle coi versi di bruciare! Albertino smette di leggere Maiakovskij. Guarda attentamente nello schermo e fa l’appello. Poi prende “Il nababbo ignorante” di Bicefalo, e legge: C’era una volta un ricco che non mandò suo figlio all’università. Io, diceva, sono stato bene e ho fatto tanti soldi e sto bene e mi godo la vita, e non mando all’università mio figlio perché non ce né affatto bisogno di sapere tante cose per me tanto inutili quanto dannose. Io non ho studiato e faccio una vita da nababbo. Il nababbo ignorante, chissà quanta dignità avrà venduto, avrà comprato, avrà venduto e avrà comprato, quanta gente avrà spremuto e ingannato sul mercato della bassezza della propria ignoranza. Quel nababbo ignorante e cattivo ha solo una vera fortuna: spirito e coscienza nascoste sotto le suola. Fa una pausa e prende Gramsci, e legge: I borghesi possono anche essere ignoranti, nella stragrande maggioranza: il mondo borghese va avanti lo stesso… Quello borghese è un regime di tutela; il principio d’autorità ne è la base fondamentale; l’autorità aborre il controllo, aborre la discussione. La crisi in cui si dibattono le democrazie è prodotta in gran parte dal contrasto tra il principio d’autorità, tra il giacobinismo necessario ad ogni stato borghese e la tendenza di estendere sempre più la propria opera di controllo da parte delle masse popolari socialiste e democratiche. Per i proletari è un dovere non essere ignoranti. La civiltà socialista, senza privilegi di casta e di categoria, per realizzarsi compiutamente vuole che tutti i cittadini sappiano controllare ciò che i loro mandatari volta per volta decidono e fanno. Il problema di educazione dei proletari è problema di libertà. Albertino, terminata la lettura: Compito a casa da svolgere in “coppia di rete”, scritto e inviato entro cinque giorni: Studio su un pezzo scelto a piacere da “Opere” di Vladimir Majakovskij sul testo degli Editori Riuniti dell’anno 1958. Compagne e compagni buonanotte con l’augurio di ottimo quanto particolare studio pur nella paziente e comunque resistente salvaguardia della salute nel territoriale avamposto casalingo. W Giuseppe. Ciao a tutti. (Ricordo da un racconto di nonna Teresina).

 IGNORANZA
L’ignoranza è la tua fossa.
 Vedere senza occhi
 Ascoltare senza orecchi
 Annusare senza naso
 Amare senza cuore.
 I nemici sono migliori
 dei tuoi nemici?
 Moderno è il meno peggio?
 Il mondo non è rotondo
schiacciato ai poli?
Non conosci il nome
 di quello splendido fiore?
E di quell’ortaggio?
 L’uovo
 è fatto dalla gallina
 o dal supermercato?
 Come si chiama quella stella
 tra quell’albero e la collina di Giotto?
E il canto di quell’uccello?
Il nome dell’animale che ulula
 a quella luce bianca notturna?
 L’ignoranza distrugge la curiosità
 fino a che non saprai il nome
di quell’albero da frutto.
 Ma chi è Antonio Gramsci
 lo sai?
L’ignoranza è la tua fossa
 conoscere
 amare
 il tuo vivere.
 -Renzo Mazzetti- (venerdì 17 giugno 2016)

 categoria: fantascienza, filosofia, poesia, ironia, poesia.

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