ESERCITO E DII (VIRUS 2020)

giovedì, 19 marzo 2020

ESERCITO E DII (VIRUS 2020)

LETTERA AI BAMBINI
E’ difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.
-Gianni Rodari-

ESERCITO E DII (VIRUS 2020)

Nell’epoca in cui contro il popolo e gli studenti di medicina, perché contro ambo loro vigeva il criminale, illogico “numero chiuso”, spiegabile soltanto con un retrogrado approccio ideologico di destra, di falso populismo e di falso patriottismo, ma di vero tragico “muro”, di inumano “porto chiuso”, di vergognoso vero razzismo, lanciato dal politicante Nordico Sceso, con il grido elettorale “prima gli italiani”, e dell’eversivo contro l’unità della Patria con la vergognosa falsa rivendicazione di “Padania libera contro Roma ladrona”, perché la Padania èra già libera dalla Liberazione, e Roma non era mai stata ladrona (se non all’epoca dell’impero romano dei vari Cesare e del terribile Duce nero), avvenne l’attacco di un’arma micidiale detta “Virus 2020 (d.C.)”. Ebbene, (perdonami il lungo se pur sintetico preambolo da vecchio rosso demone cristiano), nell’anno 2020, durante la tragedia del micidiale virus mondiale, i politicanti oppositori invocavano l’intervento dell’Esercito, non rendendosi conto di offendere i Carabinieri e Finanzieri, che dalla Liberazione svolgevano attività capillare ed efficacie su tutto il territorio nazionale; essi erano militari come quelli dell’Istituto farmaceutico di Firenze che si mise a produrre il disinfettante, a cui si assommarono le nuove assunzioni di medici del Ministero della Difesa; e, come non ricordare, esaltare ed apprezzare, il bravo impegno della Polizia di Stato e Locale. Evidenzio così che anche l’esercito era saggiamente attivato, ma, purtroppo, anche Esso fu tirato malamente in ballo, strumentalizzato per polemizzare, per avversare, per ostacolare l’attività del Governo nazionale. Il popolo, invece, riscoprì speranze e dèi di ogni credo, utopia e religione. Coloro che avevano preso coscienza del loro stato di essere, degli schiavi che non si credevano liberi, dei lavoratori del braccio e della mente che ancora stavano impavidi sul campo contro il virus e della lotta di classe per la nuova umanità, avevano Spartaco, il Dio umano morto, sofferente tra gli umani sofferenti, che, in ogni oppresso liberatosi, risorgeva. (Ricordo da un racconto di Ariella).

IL MIO DIO (LODE A SPARTACO)
Ed io ho, ma guardate un po’
la moderna versione dell’eroe
il classico il puro della ribellione.
Di quella estrema intelligenza
disperata nel carburante leva
della vendicatrice buona forza.
Appartenenza di classe collante
certo e sicuro lede le sofferenze
atroci con l’abilità e con l’onore.
Orgogliosa la superiore furbizia
del combattente l’organizzazione
odio motore contro l’oppressione.
Circense arte eccelsa propulsore
nell’arena circo massimo attore
visibilio spettacolo misera plebe.
Antesignano del mite Nazzareno
senza Padre senza Resurrezione
non siede alla destra ma è Rivoluzione.
Spartaco è il suo nome e del più forte
il campo invade, colpisce e le trappole,
da forte e sempre oppresso furbo strage.
Il mio Dio è veramente vissuto
il mio Dio è stato veramente crocefisso
il mio Dio nella lotta di classe inizio?
Il mio Dio
sempre
umano ovunque risorge.
Spartaco è il suo nome
spirito immortale
degli oppressi eterno lume.
Dalle soverchianti forze
mai fuggì e mai si arrese
sul campo perì o la croce subì?
Il mio Dio
sempre
umano ovunque risorge.
Spartaco è il suo nome
spirito immortale
degli oppressi eterno lume.
Il mio Dio
sempre
umano ovunque risorge.
-Renzo Mazzetti- (6 Novembre 2018)

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia .

Vedi:

ATTILIO CONTRAPPOSTI


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