CONFUSIONE TRE
MARTEDÌ, 18 FEBBRAIO 2020
autoliberato
CONFUSIONE TRE
Gli scontri televisivi tra i personaggi “politici” furono, nel primo ventennio degli anni duemila, in prevalenza, scontri sul campo dell’alfabeto, sull’abilità profusa nel gioco di parole e non sulla sensibilità umana, sulla tutela della qualità della vita, sull’intelligenza logica risolutrice d’avversità, promotrice di una visione del mondo diversa, avanzata, e, difatti, non si metteva in discussione, né in dubbio alcuno, né s’immaginava, rivolto al fallito sistema economico, basato sull’esclusivo sistema mercato, in evidente controproducenza, l’avvio, seppur cauto e sperimentale, di un sistema economico diverso. Nessuno più accennava alla “Programmazione economica”, ”Assetto del Territorio”, ”Edilizia popolare”, “Piani industriali e agricoli”, “Piani del Lavoro”, “Manutenzione e tutela ambientale”, “Incentivi alla ricerca scientifica”, “Istruzione pubblica dai tre anni d’età totale e gratuita”, “Questione meridionale”, eccetera. Per la questione politica e d’incremento della partecipazione, era vitale ripristinare la segretezza del voto oltreché per tutelare la sicurezza e la libertà del cittadino elettore. Fondamentale era superare i doppioni istituzionali, i quali, oltre a creare confusione, rappresentavano aspetti preoccupanti del famigerato “immobilismo” di cui, però, tutti davano la colpa alla povera “burocrazia”. Per esempio: con il varo delle regioni si dovevano superare le prefetture. (Ricordo da un racconto di Tirella).
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