BRILLO AGOSTANO
lunedì, 9 dicembre 2019
BRILLO AGOSTANO
Nordico Sceso Detto Civettone politico delle paureAi primi del duemila per pochi mesi è governanteSuperstizioso spaventato tutti spaventa i porti chiude…
Non è mai troppo tardi, questo era il titolo della
trasmissione televisiva che insegnava a leggere e a scrivere per riuscire a
pensare, a fantasticare, poetare. Dopo la Liberazione: utopia giovinezza del
mondo: democrazia compiuta. Poi: la morte ideologica, privatizzazioni,
semplificazione dell’istruzione, invasione dell’ignoranza complessa, desiderio
dell’uomo forte (due esempi di “uomo forte”: ghigliottinato dai parigini,
fucilato dai partigiani). L’ultimo uomo forte: Nordico Sceso: éi originava da
uno strano brillo agostano, quello del degenerato vacanziero dai costumi
leggeri, impauriti, paurosi, macabri, che, per gabbare i semplici onesti e
retti, assunse la faccia ironica, che alcuni svegli e normali, dissero che non
era da furbi credere a quella costruita faccia beffarda strafottente, falsa
sorridente; gli apolitici nullatenenti, non sapienti e per niente pensanti, che
erano né di destra né di sinistra, la cui scelta fu con la destra estrema (cenere
fascista) e, contenti, vi si allearono prendendo ormai contagiati, anche loro,
quel micidiale virus della violenza arrogante e subalterna a quella del più
forte di un altrui qualsiasi. Alcuni gabbati di su e di più in basso non si
può, dispersi, truffati ma incantati, osannavano Nordico Sceso. Perciò
l’Italia, da penisola, si frantumò in tanti pezzetti soggiogati dalla legge
della foresta in cui quelli più piccoli e deboli venivano asserviti ai loschi
profitti di quelli più grandi e più forti. Il gioco al massacro sociale sarebbe
stato, nel primo ventennio dei duemila anni, impensabile, eppure, con l’inumana
trasformazione, gli abitanti nelle grandi città e nelle più piccole località
furono ridotti a seguaci neutri, a fantocci trasformati in schiavi dai cattivi
e rozzi politicanti con a capo l’uomo forte di turno. (Ricordo da un racconto
di Ariella).
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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