CARTA E FORMICA

 

mercoledì, 9 ottobre 2019

CARTA E FORMICA

 

 

Quanto sono ottusi questi nostalgici dell’ottocento, avete letto? (sbotta Ascanio sventolando la GAZZETTA DEL BARBIERE) alla faccia della democrazia e dell’uguaglianza… vorrebbero che uno per essere eletto debba sapere le lingue e avere una laurea e più… ritornare al diritto per soldo… ma non basta un pezzo di carta moneta o carta da appendene in un quadro alla parete per essere bravi amministratori e onorevoli… ci sono incapaci con laurea e incapaci senza… il bracciante Di Vittorio, l’operaio Puccini, e tantissimi altri, sono tutt’oggi ricordati e amati e non solo dai comunisti per la loro bravura al servizio di tutti. Foresto (mentre spazzola il collo di Eligio) dice: carta canta…, gli risponde Gabrio: la formica campa. (Ricordo da un racconto di Therios).

 

RICORDO DELLE FRATTOCCHIE

 

Il periodo di studio,

vissuto con entusiasmo dal giovane operaio,

non sembrava avere aumentato

il suo bagaglio di conoscenze.

Quei giorni trascorsi

ad ascoltare le lezioni dei docenti

e a studiare sui libri,

a partecipare alle riunioni ristrette

e alle commissioni di lavoro

per approfondire specifici problemi,

a scrivere documenti

e preparare interventi orali

per le assemblee generali,

gli sembravano una semplice imitazione

della medesima attività politica

già svolta in sezione e nell’officina.

Questa impressione era la sensazione

che sentiva in superficie dalle sue prime riflessioni,

ma ciò non significava che ritornava

nelle stesse condizioni culturali di quando era partito.

Non gli era stato insegnato

come ci si presenta in pubblico:

se era più apprezzato

vestirsi con giacca e cravatta

oppure con jeans e maglietta;

se con il capello curato e corto

oppure lungo con la barba incolta;

se suscitava più simpatia

apparire con uno smagliante sorriso

oppure assumere un aspetto serio,

pensoso, riflessivo.

No, era chiaro,

non gli era stato insegnato nulla

che riguardasse l’apparire.

Non gli era stato insegnato

a studiare bene un testo

e riuscire a ripeterlo a memoria

senza esitazione e, con efficace comunicativa,

mantenere l’attenzione degli ascoltatori;

non gli era stato insegnato a credere

e avere fede nelle personalità importanti e famose,

ad obbedire sempre e comunque alla gerarchia superiore.

Non gli era stato insegnato nulla di nulla che già sapesse.

Eppure qualcosa di essenziale

sentiva volteggiare nel proprio intimo.

Mentre il treno lo riportava in Toscana,

il suo sguardo si perdeva nella compagna laziale

e il cervello continuava a pensare e curiosare;

lo sentiva allegro nella ricerca continua,

autonomo e pulsante come il cuore.

-Renzo Mazzetti- (Luglio 2012)

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