MADREPATRIA MONDO [DANTE CATTANEO ENGELS]
giovedì, 25 luglio 2019
MADREPATRIA MONDO [DANTE CATTANEO ENGELS]
[La nostra patria è il mondo come per i pesci è il mare...]
le parole di Dante Alighieri, scritte tra il 1303 e il 1305, sono attualissime.
La nostra patria è il mondo senza frontiere né muri dove tutti gli esseri
viventi sono fratelli che amano e curano la madrepatria Terra. A partire dal
primo decennio dopo la seconda guerra mondiale, con la liberalizzazione degli
scambi commerciali con l’estero, si sviluppa l’industria automobilistica,
chimica, petrolchimica, siderurgica. L’emigrazione dalle campagne fornisce la
mano d’opera a basso costo per i grandi profitti dell’industria del Nord. Al
Sud, depresso economicamente, l’unica attività produttiva di rilievo resta
quella edile con grosse speculazioni sulle aree edificabili sulla pelle dei
lavoratori, sulla qualità e sulla sicurezza delle costruzioni. Le
trasformazioni economiche, quelle sociali, la mobilità della popolazione dalla
montagna alla pianura, dall’agricoltura ai settori terziari, all’industria, i
fenomeni intensi di unurbamento lasciano il segno. Il territorio è sfruttato,
violentato, non è stato considerato soggetto storico nello sviluppo del paese,
ma un oggetto passivo sul quale si è costruito un qualcosa di imponente e
complesso per un’industria ad alto livello di sviluppo. Il territorio è stato
usato come una qualunque merce: comprato, venduto, usurato, spesso
ecologicamente distrutto nelle componenti che lo costituivano. Si espropriava
la collettività di un bene che non era né del proprietario del suolo né del
costruttore. Al profitto industriale s’affiancava la crescita esponenziale
della rendita fondiaria: alcuni finanzieri alimentavano direttamente la
speculazione fondiaria e l’industria edile. La necessità di dare la casa a
milioni di italiani che non l’avevano, permise che avvenisse tutto al di fuori
della legge, al di fuori di un programma che coordinasse intervento pubblico e
privato. La Roma di Rebecchini e di Cioccetti e la Napoli di Lauro sono il più
crudele e fedele specchio dell’Italia devastata dal “miracolo economico”,
dall’ambiente distrutto in nome del profitto. Negli anni duemila si continua a
soffrire per lo stato di degrado di tutto l’ambiente da quello urbano a quello
delle campagne, dalle coste ai monti. [Il suolo, scriveva Carlo Cattaneo nel
1841, si vendica dell'uomo che sconosce i suoi diritti e la sua forza]. In
Italia questi diritti sono calpestati e derisi con una insolenza perseverante.
[Non aduliamoci troppo per la nostra vittoria umana sulla natura, avvertiva
Friedrich Engels nel 1876, la natura si vendica di ogni nostra vittoria].
Dante, Cattaneo, Engels tre figure così diverse ma uguali nel considerare
essenziale la cura dell’ambiente. (Ricordo da un racconto di Rita).
DE VULGARI ELOQUENTIA (parte)
Ma noi
la cui patria è il mondo
come per i pesci il mare
benché abbiamo bevuto nel Sarno
prima di mettere i denti
e amiamo Firenze
a tal punto da patire ingiustamente
proprio perché l’abbiamo amata
l’esilio
noi appoggeremo la bilancia
del nostro giudizio alla ragione
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