KYOTO E PRODURRE SENZA INQUINARE

 

domenica, 26 maggio 2019

KYOTO E PRODURRE SENZA INQUINARE

Combattere i cambiamenti climatici provocati dall’attività umana è una delle sfide più complesse che la comunità internazionale abbia di fronte. Massimo di Santa Croce sull’Arno, su Kyoto Marzo 2009 Firenze, prosegue: La difficoltà del compito dipende almeno da quattro ragioni che ne hanno di fatto rallentato la soluzione: le molte ipotesi fatte sulla probabile catena causa-effetto e sulla relativa evoluzione nel tempo; l’intimo legame con il tema dello sviluppo economico; la mancanza di un criterio condiviso di giustizia intra e inter-generazionale; la necessità di ottenere la cooperazione e la condivisione delle soluzioni da parte di tutti i soggetti interessati. Un’impresa moderna deve porsi l’obiettivo di coniugare il profitto con la salvaguardia ed il rispetto dei valori fondamentali che emergono dalla società. Essa, quindi, cresce non solamente nel rispetto dei criteri economici, ma anche in base alle conseguenze che le sue attività determinano sull’ambiente. Allo stesso tempo anche le Pubbliche Amministrazioni devono avere il compito di individuare strategie vincenti mettendo in campo iniziative, incentivi, azioni e “guidando” le buone pratiche finalizzate alla cultura della sostenibilità, all’utilizzo delle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica. Tale sana e saggia elaborazione veniva da lontano e andava lontano, parafrasando così il: “Veniamo da lontano e andiamo lontano” del grande Palmiro Togliatti. Antesignani paladini del mondo, socialisti alleati dei comunisti della zona del cuoio e delle calzature che, sul fronte del bene comune contro l’inquinquinamento e per la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, con l’obiettivo di “produrre senza inquinare”, combattono “battaglie impossibili” per il presente e il futuro dell’umana civiltà. (Ricordo da un racconto di Tommy detto Tom).

ALLA OPPOSTA PARTE FEMMINILE

Il metro di paragone, quello giusto,
non è tanto, il numero di quantità,
ma il tot di qualità, e alle donne,
che stazionano dalla parte opposta,
la suprema domanda: Quante di voi,
sanno che, durante la dittatura fascista,
le donne non avevano il diritto di voto?
Sì, le donne, durante la dittatura fascista,
non avevano nemmeno il diritto di voto.
Pensate un po’. Le donne, durante la dittatura,
durante la dittatura fascista, non avevano,
non avevano neppure il diritto di votare.
Pensate un po’. Ma pensate, pensate un po’.
-Renzo Mazzetti- (24 Marzo 2019)

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