IMPERI E FORTI

giovedì, 2 maggio 2019

IMPERI E FORTI

I grandi imperi e le grandi conquiste, finiscono per crollare. La storia parla chiaro. Il cancro micidiale di delirio di grandezza, di potenza e dell’immortalità non perdona: prima fa milioni di vittime, distrugge tutto e poi se stesso. Il pezzetto tratto dall’Inno dei Lavoratori: “… i confini scellerati cancelliam dagli emisferi; i nemici, gli stranieri non son lungi ma son qui…” illumina i cuori innocenti, le menti pulite e sane. L’uomo forte d’oggi finisce come il grande rottamatore d’ieri, e il governante che agli inizi ammoniva i suoi di non montarsi la testa, oggi lamenta lo stesso gufare di chi prima di lui miseramente finì. Il domani è dei modesti, non dei menefreghisti ognipresenti e deliranti di onnipotenza, ubriachi per i voti da 30/50%. L’autogoverno del popolo si realizza superando gli Imperi, gli Stati e, supratutto, gli uomini forti. Le piccole Comunità capaci di coordinare e di coordinarsi, fraterne, in armonia con l’ambiente, sono il cammino di pace da intraprendere. La tranquillità di tutti e la felicità si ottengono premiando il più piccolo e il più debole, il più pacifico e il più modesto. (Ricordo da un racconto di Irina).

L’INNO DEI DIVORATORI
Su ministri, segretari,
Su tornate in fitta banda,
Che nessuno vi domanda
La fedina criminal!
Fin dai tempi di Tanlongo
Ci stringemmo in mutuo patto,
Che possiamo col riscatto
Ferroviario rinnovar.
Il riscatto ferroviario
Il governo non farà;
E vivrem coll’onorario
Delle sacre Società.
L’adorato capitale
Venga ognor fra queste braccia:
No; d’inchieste la minaccia
Più nessun deve temer!
Se divisi siam canaglia,
Figurarsi in compagnia!
Si prepara l’allegria
D’un eterno carneval!
Ogni cosa è in mano nostra:
Noi disfar, rubar possiamo.
La consegna sia: mangiamo!
Troppo triste è il digiunar!
Il riscatto del succhione
Oggi alfin s’inizierà,
Ed il popolo zuccone,
Sempre buono, pagherà!
-Guido Podrecca- (1902)


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