TENEBRE E LIBERAZIONE
giovedì, 25 aprile 2019
TENEBRE E LIBERAZIONE
Fin dai primi giorni della conquista del potere i nazisti effettuarono gli arresti in massa, la tortura, l’assassinio. Durante le prime sei settimane di potere, il governo hitleriano mise in prigione circa 18.000 comunisti, sciolsero i sindacati, confiscarono i loro beni e rinchiusero i loro dirigenti in campi di concentramento. I diritti e le libertà conquistati dalla classe operaia nel corso di cento anni vennero distrutti dai fascisti. Imperversò un inaudito terrore. Dopo i comunisti venne il turno dei socialdemocratici e, dopo il partito comunista, anche il partito socialdemocratico venne proibito e gli aderenti, dichiarati elementi pericolosi per lo Stato, vennero rinchiusi a migliaia in carcere e nei campi di concentramento. La libertà e la democrazia furono distrutte. Dopo aver disperso le organizzazioni della classe operaia, i fascisti pretesero l’autoscioglimento di tutti i partiti borghesi, ad eccezione del loro. Era giunto il momento più oscuro e più grave nella storia del popolo tedesco. I più grossolani abusi e oltraggi all’umanità vennero elevati a legge, il crimine ad atto di valore, le fucilazioni e gli assassini a gesta eroiche. Molti antifascisti e personalità progressiste della scienza e della cultura, tra cui Einstein, Haber, Frank, Hertz, Brecht, i fratelli Mann, Feuchtwanger, Zweig, Remarque, Eisler, Hindemith, Weill, Busch, Reinhardt, Kortner, Bassermann, Moissi ed E. Bergner, abbandonarono il paese. Questo fu l’inizio del terrore nazista in Germania, così come, uguale fu il terrore fascista in Italia. Qualcuno balbetta o grida che la Festa della Liberazione, che la Festa del 25 Aprile è “divisiva”, ebbene sì, sì è divisiva, perché è una barriera morale e politica, culturale e sociale che divideva e deve continuare a dividere il mondo civile dai criminali assassini che fecero la guerra affogando nel sangue e sotto le macerie tutto il mondo. (Ricordo da un racconto di Vasco).
IGNOMINIA
(Scritta alla notizia del disegno di legge n.1360 che equipara il milite di Salò al partigiano e al militare che combatterono contro l’occupante nazista)
Lo straniero non sapeva tuttodi quei monti e di quelle collinenon sapeva tutto di quelle pianure.Lo straniero si smarrivanei labirinti dei centri antichinon trovava gli sperduti paesini.Lo straniero non conosceva quel sentieroné il sicuro nascondigliodove bambini giocarono e ragazzi si uccisero.Il fascio littorioSalò e le camicie nerefurono barbarie e distruzione.Antigone salvò quei neri cadaveridalla furia dei perseguitati assassinatinell’aldilà dove non si perdona.L’eterna oscurità detenga le spiee i servitori dei tiranni dannatinell’infernale pozzo dei traditori.Nessun civile perdono sia concessoal morto non uguale al mortosolo rigoroso ricordo.-Renzo Mazzetti- (25 aprile 2009)
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