IL NODO SCORSOIO

 

martedì, 19 febbraio 2019

IL NODO SCORSOIO

Chissà, perché, come mai, la sinistra politica e sociale è, da sempre, suicida. Studia l’economia politica, la storia, quella che i libri del regime della globalizzazione (moderno colonialismo e principe del capitalismo) hanno censurato. Perché e come mai hanno dei significati profondi, non scoperti, naturalmente, dalla semplificazione dell’istruzione. Perché il PCI si è suicidato e la “nuova sinistra” da Occhetto a Veltroni e a quella odierna, quella dei senza madri ma dei troppi padri, è fallita? Perché c’è stata l’ingenua illusione dei riformisti che hanno negato e negano la necessità di superare il sistema economico attuale. E’ già sufficiente partire, analizzare le vicende antecedenti la nascita del Partito Comunista e la questione dei riformisti nel Partito Socialista, per verificare che oggi, come allora, il nodo scorsoio politico è lo stesso. Anno 1920, Gramsci: Cosa avete fatto per rischiararci le dottrine socialiste? Quali sono i vostri libri? Dove sono le vostre ricerche sulle condizioni economiche della nazione italiana? Avete studiato, vi siete curati di ricercare di studiare come si è svolta la storia economica e politica del popolo italiano? Sapete come è organizzata una fabbrica e come si è sviluppato in Italia il sistema di fabbrica? Avete studiato il modo di esistenza del proletariato italiano? Sapete dirci come si presenta la questione agraria in Italia? Da trenta anni i riformisti del Partito Socialista cosa hanno dato, cosa rimane di loro che possa giovare ai giovani per progredire, per non errare, per essere migliori? E nella rabbia dei riformisti minacciati di espulsione dal Partito, non c’è l’immagine della rabbia dei capitalisti, minacciati di espulsione dalla fabbrica? Anno 2019: i “riformisti liberali”, come si definiscono, al raffronto con i problemi d’oggi scrivono cose da ingenui, da analfabeti politici. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).

Il riformismo, complice del capitalismo e del sistema mercato, cambia solamente governanti,perpetua lo stato di cose presente. -Bicefalo- (Marzo 2015)

RIFORMISMO

La pratica del riformismo,
scelta da alcuni dirigenti della classe operaia
che rinunciano alla lotta
e ripongono tutta la loro fiducia nelle riforme sociali,
graduali e pacifiche -pratica che confina spesso col tradimento-
viene teorizzata dal revisionismo,
che pretende di rivedere,
di correggere il pensiero di Marx.
Il revisionismo
tende ad evirare il marxismo
di tutto il suo contenuto rivoluzionario
in quanto attenua o addirittura nega
la critica fatta dal marxismo alla società capitalistica.
Così sono attenuate o negate
tutte le contraddizioni della società borghese,
le sue crisi periodiche,
lo sviluppo ineguale del capitalismo,
la miseria crescente,
lo stesso fondamentale concetto della lotta di classe
viene posta da un canto.

-Arturo Colombi-

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