IMRE NAGY E L’UNGHERIA (LA STATUA IMPICCATA)

mercoledì, 9 gennaio 2019

IMRE NAGY E L’UNGHERIA (LA STATUA IMPICCATA)


LA STATUA IMPICCATA (POEMETTO)

UNA VOCE FEMMINILE FUORICAMPO RIMBOMBA NELLA SALA BUIA CON IL SIPARIO CHIUSO :

La metropolitana travolge la bella e antica costruzione del teatro popolare Népszínház. Tutto esplode, ma il passato scompare? Nel nuovo teatro, il Nemzeti Szinhaz, sulla riva del Danubio, si recitano le moderne commedie, i drammi e le tragedie antiche e attuali, le speranze di un popolo.

SI ACCENDONO I RIFLETTORI. SI APRE IL SIPARIO E SULLO SFONDO APPARE UNA PANORAMICA SUL DANUBIO.

CORO:

Bela Kun, politico e giornalista che era stato prigioniero dei russi, aderì al bolscevismo; ritornato in Ungheria vi capeggiò la rivoluzione comunista e divenne, nel Marzo 1919, per pochi mesi, il capo del governo ungherese. Difatti, nell’Agosto dello stesso anno, Horthy von Nagybanya Miklos, ammiraglio e politico ungherese, già aiutante in campo dell’imperatore Francesco Giuseppe, fu al comando della flotta austro-ungarica; nel dopo la prima guerra mondiale, nell’anno 1919 fu a capo del movimento controrivoluzionario che, con l’appoggio dell’esercito romeno, represse la dittatura comunista. Imperversa la seconda guerra mondiale e l’Ungheria viene aggredita e occupata dai nazisti; liberata dall’Armata Rossa, cade sotto il dominio dell’Unione Sovietica.

IL PALCOSCENICO SI RIEMPIE DI FOLLA SILENZIOSA. SULLO SFONDO I CARRI ARMATI DEL PATTO DI VARSAVIA.

CORO:

Imre Nagy (nato il 1896 – morto il 16 Giugno 1958) militò nel Partito Socialdemocratico, successivamente nel 1917/18 aderì al Partito Comunista, fu incarcerato dal 1927 al ‘29 per attività sovversiva, soggiornò dal 1930 al ‘44 nell’Unione Sovietica, rientrato in Ungheria e nominato ministro dell’agricoltura attuò la riforma che portò alla eliminazione del latifondo; nel 1953 è presidente del consiglio, inaugura una politica fondata sul maggior rispetto delle libertà individuali e sul miglioramento del tenore di vita, ma dopo due anni perse ogni carica e fu espulso dal Partito Comunista. La rivoluzione del 1956 lo portò a capo di un governo comunista prima e di una coalizione poi, e promise libere elezioni e l’uscita dell’Ungheria dal patto di Varsavia; nel Novembre del ‘56 avviene il secondo intervento sovietico che lo indusse a proclamare la neutralità del Paese e a chiedere la garanzia delle Nazioni Unite, ma fu costretto a rifugiarsi nell’ambasciata Jugoslava; consegnato alle autorità ungheresi, solennemente impegnatesi a risparmiargli la vita, fu invece giustiziato dopo un sommario processo.

LA FOLLA E IL CORO ESCONO. SI SPENGONO TUTTE LE LUCI. DOPO TRE MINUTI SI ACCENDONO I RIFLETTORI. IMRE NAGY CON IL CAPO DENTRO UN CAPPUCCIO NERO E IL CAPPIO AL COLLO PENZOLA SUL PATIBOLO.

CORO RECITA LA POESIA PER IMRE NAGY:

La vendetta va assaporata fredda

ma oggi è cieca falsa beffarda

parziale segreta alla verità nascosta

glaciale vergogna inutile dannosa

contesto storico tragico assurdo.

Il peggiore dei comunisti

assassinato dai comunisti

martire della rivolta ungherese

contro l’oppressione sovietica

è di nuovo in statua abbattuto.

Ridicolo anticomunismo inutile

della macabra vendetta glaciale

al patriota martire sostituisce

ricostruisce un altro monumento

ricordo delle vittime del 1919?

Quelle uccise dal terrore rosso?

e gli uccisi dalla stessa mano

non sono martiri degni di ricordo?

e le innocenti vittime dell’ammiraglio?

Oggi soltanto nocivo odio cinico odio.

IL PALCOSCENICO PIOMBA NEL BUIO. DOPO TRE MINUTI SI ACCENDONO I RIFLETTORI.

LA STATUA DI IMRE NAGY DONDOLA IMPICCATA.

CORO:

L’Ungheria e l’anticomunismo inutile.

IL PALCOSCENICO PIOMBA NEL BUIO. FUORI SCENA IL CORO CANTA MUTO LE NOTE DELL’INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI. UN FARO DI LUCE ILLUMINA LE PAGINE DI UN LIBRO APERTO. NELL’ANGOLO IN ALTO A SINISTRA SVENTOLA LA BANDIERA ROSSA.

-Renzo Mazzetti- (28 Dicembre 2018) 

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