CONFLITTO D’INTERESSI E CRIMINE DI PRIVILEGIO
venerdì, 28 dicembre 2018
CONFLITTO D’INTERESSI E CRIMINE DI PRIVILEGIO
Ipocriti dalla faccia tosta e antipopolari, iniziava così
l’intervento del portavoce del popolo che aveva presentato la Legge di Riforma
della Costituzione. Egli si scagliava contro i rappresentanti, né di destra né
di sinistra né di centro, ma infimi qualunquisti reazionari, conservatori del
vecchio regime dei privilegi. La nuova, rivoluzionaria legge stabiliva che,
qualora i giudici di ogni livello, sino al Terzo, alla Corte Costituzionale, ai
Senatori a vita e tutti i Direttori generali e molteplici Presidenti,
Presidenti del Consiglio e ministri, compreso i Presidenti della Repubblica
passanti e quello in carica, dovessero decidere e sentenziare su questioni che
interessassero i propri personali interessi (stipendi, indennità, pensioni,
privilegi vari, eccetera) dovevano ritenersi esclusi, incompetenti e pertanto
non più idonei a giudicare o/e a decidere per evidente, nocivo dell’interesse
generale, conflitto d’interessi. Per questo, eventuali decisioni riguardanti
tali problematiche, erano demandate direttamente al giudizio del popolo tramite
un Referendum. Il “Governo del cambiamento” degli inizi del Duemila, metteva in
pratica, nei settori della Giustizia e delle responsabilità Istituzionali, per
i diritti e per i poteri nella realizzazione giusta per l’uguaglianza dei
cittadini, i principi della “Democrazia diretta”. (Ricordo da un racconto di
Ariella).
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