MERCANTI DI CANNONI
lunedì, 5 novembre 2018
MERCANTI DI CANNONI
Nel 1914 i gruppi più potenti erano i metallurgici la cui
maggiore e remunerativa attività era la fabbricazione delle armi. Alla testa
dei fabbricatori di armi, c’erano alcuni uomini e famiglie che dominavano i
propri governi e indirizzavano come volevano la politica del loro paese. In
Inghilterra il padrone delle fabbriche Vickers-Armstrong, che costruivano la
quasi totalità delle armi e delle navi per l’impero britannico, era Basilio
Zaharoff. In Germania tutta l’attività economica e politica della nazione era
controllata dalla famiglia Krupp, proprietaria delle grandi officine di Essen.
In Francia esisteva un Comité des Forges alla cui testa era la famiglia
Schneider, padrona degli stabilimenti del Creusot e la cui influenza sulla vita
pubblica francese era grandissima; non meno dispotico era il potere che
esercitavano nei rispettivi paesi i proprietari delle officine Putiloff in
Russia, e Skoda in Austria. Gli interessi dei grandi fabbricanti di cannoni
erano solidali con gli interessi dell’alta banca, che interveniva direttamente
nel processo industriale, e con gli interessi dei politicanti, mantenuti e
sostenuti dai capitalisti e dagli speculatori. La maggior parte dei ministri,
dei deputati, dei giornalisti, degli uomini politici di destra ed anche delle
correnti falsamente democratiche, era mantenuta dai proprietari delle grandi
fabbriche, allo scopo di tener viva la rivalità delle nazioni, di prospettare
continuamente pericoli di guerra, di spaventare il popolo e di nascondere i
loschi interessi degli speculatori dietro al velo dei grandi principi di
patriottismo e di gloria militare. Accadeva persino che i capitalisti francesi
pagassero i giornali tedeschi per eccitare alla guerra e quelli tedeschi i
francesi e, in tal modo era possibile far trangugiare al popolo grandi spese
per i preparativi militari e i mercanti di cannoni, i ricchi banchieri, tutti i
capitalisti e gli speculatori facevano grandi affari, non vergognandosi, se ne
valeva la pena, di consegnare armi agli stessi probabili nemici. Intanto anche
in Italia, dove al principio del conflitto era stata proclamata la neutralità,
i ceti industriali premevano affinché fosse proclamata la partecipazione alla
guerra, sollevando l’entusiasmo popolare con un’abile campagna propagandistica.
(Ricordo da un racconto di Vasco).
GABBIANI
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
-Vincenzo Cardarelli-
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