ESCA BRUCIATA

lunedì, 10 settembre 2018

ESCA BRUCIATA

 

 

Alcuni onorevoli deputati e senatori, sindaci, presidenti o “americanizzati ribattezzati” impropriamente governatori [da noi sono da sempre stati chiamati governatori quelli delle Misericordie, di consuetudine insigniti anche commendatori] provenienti da ogni dove e collocati nelle politiche formazioni, si illudono di aver trovato la “parola chiave”, capace di insinuarsi e inquinare la zona della dimenticanza nei cervelli del popolo, per ottenere la piena assoluzione per le “piccole malefatte” e per i crimini umanitari commessi quando erano governanti. “Le mie scuse” non possono essere equiparate alle preghiere della penitenza per l’assoluzione dopo la cristiana confessione. “Le mie scuse” sono un’esca ormai troppo utilizzata dai re e papa, dalle regine e attrici, dai coniugi infedeli o traditori, dagli attori e falsi politici, dai politicanti pubblici e privati di ogni tipo e tempo, colore e luogo. Con “le mie scuse”, non abbocca più nessuno. (Ricordo da un racconto di Maya).

 

BRACCIANTE * (parte)

 

Di se stesso, quando, in occasione

del II Congresso della Cultura Popolare,

un giornale cattolico volle ironizzare su lui,

come “rappresentativo” della cultura popolare,

Egli disse:

Io credo di essere rappresentativo

di quegli strati profondi delle masse popolari

più umili e più povere del nostro paese …,

quelle masse cioè alle quali le strutture sociali

ingiuste ed inumane della nostra società

negano la possibilità non solo della cultura,

ma anche dell’istruzione elementare,

e che ciò malgrado, però, vogliono,

si sforzano di studiare e cercano di raggiungere

quel grado che le loro capacità, le loro possibilità

permettono di raggiungere, grado modesto

che apre tuttavia la strada a nuovi e travolgenti progressi.

Il giornale che più ha ironizzato è un giornale cattolico.

Secondo questi signori -e questo è il significato dell’ironia-

non è possibile, non è ammissibile che chi è nato bracciante,

analfabeta, in una famiglia di analfabeti, possa accedere alla cultura.

Essi lo negano ed io nego a mia volta

che questa loro concezione retriva, reazionaria, inumana,

abbia qualche cosa di cristiano.

-Giuseppe Di Vittorio-

Vedi:

 

 

COLORE (30 Agosto 2018) 

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