I DUE VOMERI

 

mercoledì, 14 marzo 2018

I DUE VOMERI

Ci sono ricchi oppure semplici benestanti che nell’ozio oppure nel buon lavoro pulito o leggero (moralmente sporco e peso) si risparmiano, si curano, si circondano di tutte le garanzie dietetiche ed igieniche e c’è l’operaia, contadina, impiegata, madre di famiglia, casalinga, sfiancata da tutte le privazioni e da tutte le fatiche degli impegni usuranti, sfruttata 28 ore su 24 ore, che a quarant’anni è già sfinita; c’è l’operaio, qualsiasi lavoratore del braccio e della mente che è stato logorato dagli orari, dai lavori abbrutenti, dagli ambienti malsani, dalla cattiva nutrizione e a cinquant’anni è già un povero essere sfruttato ed inutile come un limone spremuto, come un cencio da buttar via. (Ricordo da un racconto di Therios).

I DUE VOMERI
Un dì d’autunno, un vomere,
fattosi per lungo ozio rugginoso,
vide il fratel tornarsene
dai campi luminoso,
e domandò curioso:
“Sopra la stessa incudine
fatti, e d’un solo acciaio,
io son pieno di ruggine,
tu sì pulito e chiaro:
chi mai ti fé sì bello?”.
“Il lavoro, fratello”.
-Cesare Betteloni-

Vedi:

ALLODOLE SPENNATE (3 Marzo 2018)

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