DATI SENSIBILI
sabato, 24 marzo 2018
DATI SENSIBILI
Nei piccoli paesi, nelle cittadine, nei quartieri delle più
grandi città, tutti si conoscevano. La bambina conosceva il bambino degli
altri, la nonna conosceva la nonna dell’altro, il nonno quello del nonno del
vicino, il babbo andava a pescare con il babbo del collega d’ufficio, la mamma
faceva la spesa alla mamma dell’amica, la zia… eccetera, eccetera, così via
dicendo. Tutte queste visibili e chiare conoscenze e confidenze (fin dalle
rispettive nascite e matrimoni) erano una eccellente garanzia di sicurezza e di
eventuale auto, un sollecito introduttivo atto a salvaguardare e a migliorare
la civile convivenza. Poi venne imposto il culto del privato, della riservatezza,
del segreto che prima era appannaggio soltanto dei ricchi e dei potenti perché,
loro sì, avevano da tutelare possessi e aspetti di vissuti da nascondere e
perciò di “privato” da tutelare. I dati sensibili, per i normali cittadini, non
erano più quelli degli intimi sentimenti con gli amori e le segrete passioni ma
le carte d’identità, credi religiosi e politici, affetti rivolti agli animali e
alla natura, tendenze e pratiche sessuali, conti in banca, carte di credito,
indirizzi elettronici. L’intelligenza umana riuscirà a stabilire quale sono le
riservatezze e le risorse essenziali da possedere togliendole dal privato
speculare del sistema mercato ad arte segretato? (Ricordo da un racconto di
Rita).
IL CAVALIERE CHE FU
Fu creatore di altre televisioni,
di banche, di assicurazioni, di città,
di grandi imprese e tante azioni.
Acquirente di dignità e bassezze,
di faccendieri, di deputati e senatori,
malridotto dal politico alleato vincitore.
-Renzo Mazzetti-
(23 Marzo 2018)
Vedi: NON BASTA MAI (8 Marzo 2018)
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