SOPRA IL MONDO

 venerdì, 2 febbraio 2018

SOPRA IL MONDO

La morte non è nulla di interessante per noi, perché quando noi siamo vivi la morte non c’è; quando la morte c’è non ci siamo più noi, diceva Epicuro. “I poeti sono tutti immortali/ pochi lo restano dopo morti”, scriveva Bicefalo in Pietre risorte poesie* e “arríveremo un giorno/ vecchi ma felici/ per la libertà/ della nostra morte”, in I versi del mio vivere* con Arriveremo. Senza tentare di eludere la morte con un sofisma, la considerazione della morte può valere da premessa e da stimolo ad una vita più operosamente vissuta, quando essa significhi serena consapevolezza e accettazione della nostra finitezza. La singola persona che sa di non poter godere di una immortalità soprannaturale, sarà spinta a cercare e a guadagnarsi l’unica immortalità concreta, storica, terrena cui può aspirare; si proietterà, oltre i limiti dell’esistenza terrena, nel ricordo dei propri cari e conoscenti e, operando nella società con proprie creazioni e lavori, diventerà immortale nella storia sopra il mondo. (Ricordo da un racconto di Therios).

 

GENTILISSIMA (parte) *

 

Spero tanto tu ricordi

 

mia novella Musa

 

quei dimenticati versi

 

dalla novantaduenne dettatemi

 

mentre l’accompagnavo al suo letto

 

“ All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne

 

confortate di pianto è forse il sonno”

 

… Ella recitava sollecitando mio intelletto.

 

* in CREDENTES

Vedi: LA PANCIA (19 Gennaio 2018)

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