TESTA DIVERSA VOTO UGUALE
giovedì, 9 novembre 2017
TESTA DIVERSA VOTO UGUALE
Prima dell’avvento della dittatura finanziaria e della
metafora della democrazia, la partecipazione alle elezioni era totale. Gli
aventi diritto al voto partecipavano perché tutti, anche gli analfabeti, si
sentivano elettori uguali. Esprimere il proprio voto era molto semplice,
bastava tracciare una X sull’inconfondibile simbolo del partito scelto e chi
sapeva scrivere poteva, con un numero o un nome, esprimere anche una o più
preferenze. Tutti gli elettori si sentivano uguali ed erano uguali veramente
perché ogni singolo voto, espresso per il simbolo del partito scelto,
sicuramente valeva, in qualità e quantità, veramente uguale ad ogni singolo
voto espresso da altri elettori per il proprio partito. Tutti partecipavano
perché tutti sarebbero stati rappresentati nella Camera dei Deputati e nel
Senato della Repubblica. Dalla Liberazione, a prima dell’avvento della
dittatura finanziaria e della metafora della democrazia, la famosa
governabilità era stata assicurata. Ma, con l’avvento della dittatura
finanziaria e la metafora della democrazia, la partecipazione crollò fino a
meno della metà degli elettori. Tutti si sentivano inutili, tanti non
partecipavano perché diventava arduo il compito di esprimere (anche per le
persone istruite) il voto per simboli strani (senza padre e madre) per
l’affossamento degli ideali; altrettanti non partecipavano perché, con le
soglie di accesso o di sbarramento, era quasi sicuro che, nel Parlamento, non
sarebbe stato rappresentato il proprio pensiero; altrettanti non partecipavano
perché, le leggi elettorali (cambiate continuamente) incutevano la paura di
sbagliare senza neppure rendersene conto, e, ancor più grave (crimine contro
l’umanità) che il proprio voto (non rientrando nei canoni esatti della legge)
sarebbe stato reso utile per il conteggio favorevole ad altri, addirittura
considerati nemici. Allora fu ripristinata la vera democrazia chiamata: “testa
diversa voto uguale”. Le votazioni che non raggiungevano la maggioranza di
partecipazione degli aventi diritto vennero annullate con il conseguente
commissariamento della durata di tre anni. Alle nuove elezioni si vide subito
il beneficio e il popolo riprese a partecipare con percentuali alte e
dignitose. (Ricordo da un racconto di Vasco).
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