PIU’ O MENO

 

giovedì, 20 aprile 2017

PIU’ O MENO

 

 

La democrazia è partecipazione, una partecipazione uguale per tutti. Uguale significa compagno come, per esempio, all’occhio di qua e quello di la, all’orecchio di Levante e quello di Ponente, e così via pensando, riflettendo significativi paragoni. La democrazia è fondata sulla partecipazione libera e più alta, la quasi totalità degli elettori (come avveniva nell’Italia del dopoguerra). Per stimolare tutti a partecipare alle elezioni è indispensabile garantire la segretezza, tutte le idee salvaguardate liberamente ed ugualmente, senza alcuna soglia discriminatoria di accesso, per partecipare alla gestione delle Istituzioni della Nazione. Chicchessia e Qualsiasi devono “vedersi” in ogni Istituzione, nella Camera dei Deputati, nel Senato della Repubblica. Le “Primarie” sono l’opposto, sono la distruzione della democrazia proprio perché negano la riservatezza e la segretezza del voto. E’ chiaro che ognuno, se ritiene di partecipare “in chiaro” e diventare “un Politico” può iscriversi a un partito o movimento, partecipare a riunioni e congressi di partito, propagandare e fare proseliti a favore delle proprie idee pubblicamente organizzate. Perciò l’ottimo della Democrazia è la partecipazione uguale e segreta di tutti gli elettori alle votazioni, la partecipazione uguale di tutti i partiti e di tutti i movimenti politici a concorrere alla direzione dello Stato. Il suffragio universale, la rappresentanza nelle Istituzioni di tutti i credi e non credi politici è l’ottimo della democrazia. La “governabilità” è assicurata con un premio a chi ha ricevuto più consensi degli altri. Non ci sono democrazia e libertà vere in quelle Nazioni dove comanda chi ha conseguito un 20-30-40-51% nelle votazioni in cui hanno partecipato poco più o meno di circa il 50% degli elettori e sono stati esclusi altri per non aver raggiunto la soglia. (Ricordo da un racconto di Irina).

 

C L I E N T I ?

 

Le belle bandiere rosse non ci sono

 

però abbiamo mangiato bene a Fucecchio.

 

Uno del servizio mi confessa

 

che la vera soddisfazione rimasta

 

è quella di saper cucinare divinamente

 

mentre con gli occhi lucidi

 

(nella semioscurità intravedo una lacrima)

 

mi guarda intensamente negli occhi e sussurra…

 

l’hanno imparato quando erano comunisti…

 

peccato che hanno smesso…

 

non insegnano più ad una cuoca a governare…

 

anche se hanno avuto tanti clienti…

 

CLIENTI?

 

interrompo bruscamente,

 

prima si chiamavano compagne e compagni!

 

… già… ma…

 

Stringendomi lungamente e con forza la mano:

 

buonanotte compagno!

 

Ah! Così va già un po’ meglio…

 

Buonanotte, compagno!

 

-Renzo Mazzetti-

 

(4 Settembre 2010)

 

Vedi:    CLASSI SOCIALI (2 Aprile 2017)

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