VAUCHER E IL BARROCCIAIO
mercoledì, 15 marzo 2017
VAUCHER E IL BARROCCIAIO
Oggi le parole superano di gran lunga quelle antiche, quelle
usuali e tutti i dialetti etnici di nazione. Nonno Giovanni (barrocciaio: =
camionista, tassista), ridendo diceva (ma allora non si capiva), che il
potere-padrone vinceva perché più di noi più parole sapeva. Non era una
filastrocca per farci addormentare, era un racconto per farci svegliare.
Difatti imparammo tutte le parole e il loro vero significato, tutti i paragoni
e le più nascoste allusioni, e studiammo anche il greco e il latino. Fu allora che
il potere-padrone, cominciò ad usare altre parole, prima della lingua francese
e poi di quella inglese. Ma voi, (giovani, ignari?) dovete sapere che imparammo
anche quelle. La loro società diventò una Babele vivente, ma per noi avvenne il
miracolo di Parlante-capibile. La ribellione riusciva ancora a parlare, a
capire e contraddire quel che il potere-padrone cercava ancora di falsare e di
opprimere. In sintesi figurata e modo di dire: tutti arlecchini ribelli come
nel vestire. Allora, al colmo della disperazione e sempre sull’orlo del
burrone, il potere-padrone s’inventò il “Vaucher” ma il Trattino posto tra le
parole potere e padrone e il Trattino con Vaucher Trattino Referendum dissero,
all’unisono, validi e possenti SI’ e, con grande commozione, fecero Rivoluzione
nuova e vera. Veramente avvenne, finalmente! E, pensate che, gli altri, amici
del potere-padrone dicevano che, tecnicamente, il tutto non sarebbe stato
economicamente rilevante. Ma la politica vera, se è così, certamente per il
popolo, riesce ad andare avanti. Avanti Popolo? Nonno Giovanni non è era una
macchina. (Ricordo da un racconto di Ariella).
Vedi: GIGLIO INFRANTO (25 Febbraio 2017)
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