UN MIRACOLO POLITICO

giovedì, 17 novembre 2016

UN MIRACOLO POLITICO

Meno male che sono campato fino ad oggi, non credevo che i miei nemici si ritrovassero nella mia stessa situazione, esclama Ascanio, e, rimettendo gli occhi nella gazzetta del barbiere prosegue: questo è un miracolo politico, sentite: i dipendenti del giornale del padrone proclamano lo sciopero contro la ristrutturazione. Oh! Goduria! Soddisfazione! Anche i servi scribacchini faranno sciopero? Miserini. Chi la fa l’aspetti. Quando scioperavo io le scrivevano di tutti i peggio colori, quei mascalzoni! Grazie Storia! Falla finita (interrompe Foresto spazzando capelli) senti, e indica la televisione, Obama è ritornato in Europa. Ma cosa gira, era venuto poco tempo fa. Aveva da tempo tutto programmato per lanciare la Clinton in pompa magna? Però hanno preso una batosta, dice Adelina che ha portato il figlio. Intanto Renatino entra cantando: Perché noooo, amoreeee, perché noooo. Se la cantavi tu, non vinceva San Remo, subito lo zittisce Leo. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).

POVERA MACCHINA MORTA
(Dedicata al crumiro)
Eri nella fatica assillante
che nella massacrante cadenza
ottenebrava il cervello
e affiacchiva le membra.
Al ritmo della catena di montaggio
nella fabbrica prigione
vegetavi invecchiando
e alla sera avevi già sonno
prima del “Carosello”.
Ma il tuo era un altro mondo
non quello illuso pari a te stesso
che inerme subivi inconscio
la violenza, il sopruso, l’inganno.
Mai diventasti uomo.
Neppure alla tua morte
lasciasti una briciola di conoscenza
del tuo stato di essere
che ti videro spegnere a poco a poco
senza fare alcuna domanda,
senza chiederti nessun perché.
Ed ora giaci povera macchina
povera macchina morta
senza un grido, senza un guaito.
-Renzo Mazzetti-
(Verso Levante, poesie del mio autunno caldo. Anno 2009)

Vedi:

LO SCUDO DI PALLADE (28 luglio 2016)

RITORNO AL FUTURO (13 ottobre 2016)



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