LA RABBIA DEL SOLDATO
giovedì, 29 ottobre 2015
LA RABBIA DEL SOLDATO
La fatica provoca alterazioni a carico di organi e apparati
che concorrono a creare la sensazione di pesantezza dell’attività svolta:
aumento della frequenza del polso e del respiro, ridotta sensibilità delle
strutture muscolari alle sollecitazioni volontarie provenienti dai centri
nervosi, sudorazione profusa. Il rendimento dell’attività muscolare si riduce
progressivamente, anche per via di fattori psichici e comportamentali: ansia, nervosismo,
apprensione. Gli sforzi protratti oltre il limite della fatica arrecano gravi
danni all’organismo, in quanto capaci di produrre spasmi muscolari, disturbi
respiratori, aumento della pressione arteriosa, emorragie specie a carico del
cervello. La fatica influisce e altera perfino la personalità con
sollecitazioni all’aggressività a cui segue l’abulia. L’allenamento e
l’addestramento possono aiutare, ma per un tempo molto limitato.
All’affaticamento dobbiamo aggiungere la paura che attanaglia il soldato. Il
soldato perde l’umana sensibilità e diventa una specie di umanoide che risponde
a dei canoni di comportamento strani. Aggiungiamo a quanto sopra detto
l’obbligo di prestare il servizio militare per uno o più anni, la rabbia per la
tensione continua: la barbarie, gli atti spaventosi, le torture, le uccisioni,
le distruzioni delle abitazioni. Ad ogni popolo la sua Terra, nel suo Stato
libero, nella Patria del mondo. (Ricordo da un racconto di Ariella).
LA VANGA E IL FUCILE
La vanga ha una lama
e una staffa di ferro
sul manico di legno.
Per lavorare la terra
incalliscono le mani
la fatica la fame sazia .
Il fucile ha la canna di ferro
con il calcio di legno
spara pallottole di piombo.
La vanga fa bene e pace
il fucile fa male e morte
sparare indurisce il cuore.
-Renzo Mazzetti-
(28 ottobre 2015)
Vedi: LA MADRE SUPERIORA (11 ottobre 2015)
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