I PAPERONI CANTANO
lunedì, 5 ottobre 2015
I PAPERONI CANTANO
In principio lo Spirito immortale creò il cielo e la terra. Il mondo era vuoto e deserto, le tenebre coprivano gli abissi. Vi sia la luce! E apparve la luce. La terra si copra di verde e produca piante con il seme e alberi da frutto. Per distinguere la luce dall’oscurità lo Spirito immortale fece il Sole per il giorno e la Luna per la notte. Albertino chiude il Libro sacro e apre quello della Scienza. Dalle reazioni nucleari ebbe inizio il processo di fusione. Era nata una stella: il Sole. Lo squilibrio tra la gravità che premeva gli strati esterni su quelli interni, la forza causata dalla pressione, tendeva a fare esplodere tutto. Un certo equilibrio fu raggiunto dalle espulsioni di materiale che si dispose in orbita attorno al Sole. Quella materia andò piano piano condensandosi. Quasi la totalità della massa del sistema solare rimase concentrata nel Sole e soltanto lo zero virgola due della materia, nei pianeti, negli asteroidi, nelle meteoriti. Lo Spirito mortale che vive sulla Terra di essa non sa quasi nulla; sotto ai suoi piedi esiste un naturale gigantesco laboratorio, ricco di fenomeni dei quali conosce solo l’epilogo: vulcani, terremoti, deriva dei continenti, dorsali oceaniche, sono i dati più rilevanti di un continuo processo di trasformazione del quale tutto è sconosciuto. Lo Spirito mortale non fa niente per conoscere il pianeta dove vive, non fa niente per sviluppare la critica dell’economia politica. Le cattiverie con le fantasie dominano, scivolano sul nulla della non conoscenza della Terra, dell’Universo e tanto meno dell’intimo e dell’aldilà. I Paperoni cantano le infinite soddisfazioni, le persone piangono le dolorose miserie. Il popolo è vittima colpevole della repressione della scienza così come è vittima colpevole dell’oppressione economica. Albertino smette di leggere, guarda l’orologio, chiude il libro. A voce alta (che fa scattare la testa dormiente di Ascanio) dà la lezione a casa per il prossimo mercoledì: la prosa della poesia “Ragni tessitori”. Buonanotte a tutti. Buonanotte compagno.(Ricordo da un racconto di Irina).
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