LA SCUOLA RODARI
venerdì, 11 settembre 2015
LA SCUOLA RODARI
Nel periodo del “Governo della Ciarla”, l’istruzione subì la riforma della buona scuola. La semplificazione dell’insegnamento produsse l’ignoranza complessa. Il saper correttamente leggere e scrivere fu distrutto dalla meccanizzazione selvaggia, la personalità inibita per il pedestre insegnamento precoce delle lingue straniere. La famiglia e la comunità diventarono delle “torri di Babele” isolate e disperate per la dilagante incomprensione. La riforma, -per la mancanza dell’insegnamento delle espressioni artistico-creative, scientifiche-letterarie, del profondo animo dell’Italiano- sviluppò la rozzezza nei cervelli e la cattiveria nei cuori. Quando tutto sembrava perduto, la Resistenza dell’Intelligenza vinse: riprese l’attività “la scuola Rodari”. Nei programmi, inspirati dalle sue poesie, era fondamentale quella che rivelava: “E’ difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco”. In tutte le Facoltà si studiava la “Lettera ai bambini”. (Ricordo da un racconto di Ariella).
Vedi: FORMICA E PLASTICA (17 luglio 2015)
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