IL MATTINO
martedì, 1 settembre 2015
IL MATTINO
Di matti e mattini è pieno il mondo. Grande contributo al numero dei matti, veri, presunti o inventati, è stato realizzato dagli interni prima che tale materia passasse finalmente alla sanità, ma non cambiò gran che fino all’arrivo dell’illuminato detto Franchino. Nonostante ciò, ancora tutto non è completo per il corretto intervento civile delle competenze interne, sanitarie e di tutto lo Stato: il reato di tortura dalla legge non è contemplato. A Ponte a Egola ci sono stati due matti famosi di cui le gesta più bizzarre e crudeli: fermare il treno con un cumulo di fieno sulla ferrovia per “dargli da mangiare”; mettere un gatto vivo dentro la pentola sul fuoco con l’acqua bollente: da questo fatto deriva il soprannome “I gattini” di cui, il maggiore “Gatto”, ricoverato in manicomio a Volterra e quello minore “Gattino”, libero perché minorenne. Ma non era uno scandalo: all’epoca ogni paese aveva il suo “INO”. Per esempio a San Romano c’era “Il mattino” detto Renzino che girava in bicicletta rossa, al collo un fazzoletto rosso, in capo una berretta rossa; salutava con il pugno chiuso, chiamava tutti compagne e compagni, cantava a squarciagola “Bandiera rossa”: era rimasto traumatizzato dalla svolta della Bolognina. (Ricordo da un racconto di Tirella).
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