ABRACADABRA

 

martedì, 8 settembre 2015

ABRACADABRA


 La vita era diventata talmente frenetica che non c’era più il tempo per studiare, pensare, meditare e sognare. Tutto era semplificato e riformato, anche l’amore divenne virtuale. La nostalgia soffriva la scomparsa dell’infanzia, la società la mancanza della critica dell’economia politica. La metafora della democrazia accoglieva per vero tutto, indipendentemente dai fatti e dalle esperienze; il dibattito politico degenerato in propaganda ammaliava il popolo. La totale mancanza di cognizione e di valutazione non faceva avvertire minimamente la necessità di un adeguato comportamento per un prossimo futuro. La non partecipazione alla politica e alle votazioni aveva lasciato il campo agli avventurieri professionali presuntuosi, indovini e interpreti di avvenimenti di cui non giungevano a intendere la ragione e il fine, a scoprire l’origine e le circostanze. Dominavano, senza alcun contrasto, la demagogia e il dogma e “semplificazione, riforme, velocità” erano diventate parole magiche che avrebbero guarito tutti i mali della società, e, con veemenza oratoria, venivano usate in maniera assillante come un “abracadabra”. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).

 

 CORTO E LUNGO

 

Il libero mercato

 

Pubblicità e concorrenza.

 

Il prezzo abbassa

 

La qualità alza.

 

Offrono sconti e vantaggi

 

Ma è il nome il suggello.

 

La co-sumo s’abbrevia:

 

Pesche g.b.bel. Eu.1 con macula.

 

La essi-mercato s’allunga:

 

Pesche squisite centesimi ottanta.

 

Tutte tanto belle col tricolore

 

Marchio italiano naturale.

 

-Renzo Mazzetti-

 

(7 settembre 2015)

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