LACCHE’ DOMESTICI
giovedì, 12 marzo 2015
LACCHE’ DOMESTICI
Il poeta Saramago criticò sul suo blog un capo di governo
anche editore dei suoi libri e i suoi “diritti furono defenestrati”? Allora, se
così voleste, vedetevela voi -lacchè addomesticati- con la vostra decantata
“libertà di pensiero” e con la “magnanimità imprenditoriale” con il mancato
guadagno culturale e con lo scapito di un volgare profitto industriale. Il
moderno crimine dell’espressione, il contemporaneo rogo del sapere. La lingua
greca e latina, diventate l’amata italiana sono state la traduzione dei
sentire, dei sentimenti, dei pensieri; sono state i punti di domanda degli
ideali; sono state le risposte delle speranze; sono state il persistere delle
incertezze; sono state il nutrimento delle critiche filosofiche, economiche,
politiche; sono il sacrificio umano e la lotta contro la barbarie. La loro
mancanza e il loro soffocamento sono l’impossibilità della piena conoscenza, li
stimolo, il cimento della lotta per il progresso e il cambiamento. Il
contemporaneo annebbia nel povero inglese universale, nel conforme specchio
della modernità, nel gioco in borsa lingua ufficiale, per le banche segreto
linguaggio per gli addetti da decifrare, nelle trappole d’interesse dei tassi
da manovrare. Quante percezioni dell’animo, lampi della mente, sfuggiti sguardi
degli occhi lasceranno la bocca aperta e la mano immobile nell’incapacità di
tutti di apprendere pienamente, di parlare appropriatamente, di scrivere
correttamente? L’umanità schiava e la Terra colonia da sfruttare, il più forte
economicamente mentalmente ignorante, plasticamente ridicolo governante con una
cattiva classe dirigente senza più popolazione? (Ricordo da un racconto di
Tirella).
Vedi: LA FOGLIA SECCA (24 febbraio 2015).
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