IL PERIODO IPPICO
lunedì, 25 agosto 2014
IL PERIODO IPPICO
C’era una volta il periodo soprannominato “Ippico” e, per le
Bollette i cui costi trottavano e galoppavano a un ritmo sempre più alto,
avvenivano continue infernali rotture. I governanti nazionali e locali venivano
accusati del reato di menzogna, ma continuavano a propagandare di non aver aumentato
i costi delle tariffe per l’igiene ambientale e dei servizi. Allora i cittadini
rendevano pubblici e documentavano gli aumenti. Ad esempio un singolo, che
viveva a Firenze in un appartamento di cinquanta metri quadrati, scrisse sul
Blog che aveva pagato novanta Euro e cinquantotto Centesimi e poi, nel
raffronto con l’anno successivo, pagò in più venti Euro e trentaquattro
centesimi. In quel periodo tutte le famiglie conservavano gelosamente le
ricevute dei versamenti effettuati perché, se non riuscivano a fornire le prove
concrete degli avvenuti pagamenti, certamente sarebbero state costrette a
pagare molto di più per i “Costi di Mora e Multa”. Accadevano molteplici
drammatiche storie che portavano alla disperazione risolta con suicidi. I
pagamenti del popolo erano sinceri, le parole dei governanti erano false. Una
vicina dalla rabbia cantava tra i denti, sussurrando un antico inno
rivoluzionario a fil di voce per non farsi sentire; invece, prima della quinta
rivolta, mentre lavorava nel campo, la sentivano cantare da lontano: Avanti
popolo alla riscossa, giustizia la trionferà. (Ricordo da un racconto di nonna
Teresina).
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