LE DODICI STATUE DI FEDERICO
mercoledì, 9 luglio 2014
LE DODICI STATUE DI FEDERICO
La massima stupidità e la massima intelligenza hanno fra
loro una certa affinità nel fatto che entrambe cercano solo il reale e sono del
tutto insensibili alla pura apparenza. La stupidità non può levarsi al di sopra
della realtà, e l’intelligenza non può fermarsi al di sotto della verità.
Esercitare l’arte dell’apparenza significa distinguere il mio dal tuo; separa
la forma dalla sostanza ma non libera la realtà dall’apparenza. Mirare a
un’apparenza sussistente di per sé richiede maggiore capacità d’astrazione,
maggiore libertà di cuore, maggiore energia della volontà di quanta non ne
occorra all’uomo per limitarsi alla realtà. Il poeta ingenuo è natura, il poeta
sentimentale la cerca. Colui che cerca o considera la natura come oggetto non
la possiede, egli sarebbe quindi l’introverso; viceversa colui che è già egli
stesso natura e che si trova in intimo rapporto con l’oggetto, è un estroverso.
Il medesimo poeta può essere sentimentale in una poesia, ma ingenuo in
un’altra. Il genio sentimentale abbandona la realtà per innalzarsi alle idee e
per dominare con libera spontaneità la sua materia. Il genio ingenuo deve far
tutto per mezzo della sua natura, può far poco per mezzo della sua libertà; ed
egli realizzerà il proprio concetto, solo che la natura operi in lui per intima
necessità. Dell’ingenuo, per quanto riguarda la teoria, non rimane null’altro
che un freddo spirito di osservazione e un rigido attaccamento all’uniforme
testimonianza dei sensi; per quanto riguarda la pratica, una rassegnata
sottomissione alla necessità naturale. Del carattere sentimentale non rimane,
nell’ambito della teoria, null’altro che un irrequieto spirito speculativo che
reclama ostinatamente l’assoluto in ogni ramo del sapere, nell’ambito della
pratica un rigorismo morale che insiste sull’assoluto in ogni atto della
volontà. Chi appartiene alla categoria dell’ingenuo può chiamarsi realista, chi
appartiene a quella del sentimentale può chiamarsi idealista. (Meditazione con
il poeta Federico Schiller su: l’apparenza, il realista, l’idealista).
BOZZA PER UNA POESIA
La ricchezza si arricchisce con la povertà.
L’ignoranza è vilipesa dalla cupidigia.
Il cumulista spadroneggia sul menefreghismo.
La non partecipazione dei normali cittadini
lascia spazio alla vanità del potente.
La politica sarà vetrificata?
-Renzo Mazzetti-
(19 giugno 2014)
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