LA PREDICA DI PIERO

 

mercoledì, 23 luglio 2014

LA PREDICA DI PIERO

In molte occasioni collegiali ho fatto il “grillo parlante”, ma non mi è arrivata nessuna martellata (o almeno non me ne sono accorto), perciò lasciatemi fare un’ultima predica (laica). Mi affido alle ultime parole che Italo Calvino fa pronunciare al Gran Kan e a Marco Polo, come conclusione del suo libro “Le città invisibili”. “Gran Kan: – tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente. E Marco Polo: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abbiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere che e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” Lo spazio che ho dato alla scuola è stato tanto ed anche se nell’aldilà esistesse per caso l’inferno, certamente agli insegnanti, ai bidelli ed anche ai dirigenti, sarà risparmiato, in quanto si sono già così tanto “purgati” se, con bambini e genitori, hanno fatto il loro dovere. Con stima, gratitudine ed affetto, -Piero- . (Meditazione su: -Per tutti i compagni (soprattutto compagne) di viaggio lungo le difficili “vie scolastiche”- di Del Maestro Piero).

 

 

 

A   V   E   R   E         O         E   S   S   E   R   E

 

La ricerca esclusiva dell’avere

 

diventa un ostacolo alla crescita dell’essere

 

e si oppone alla sua vera grandezza:

 

per le nazioni come per le persone,

 

l’ avarizia

 

è la forma più evidente del sottosviluppo morale.

 

-Papa   Paolo VI-

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