IL SONNO PROFONDO
giovedì, 22 maggio 2014
IL SONNO PROFONDO
Nella loquace era, -situata tra il periodo dell'apparenza e quello definito del “Darselo ad intendere”-, avvennero delle votazioni generali. I telespettatori, automi consumatori e quasi macchine complete, rimanevano incantati fino alle tarde ore -ore piccole- mangiando le patatine fritte e bevendo l'acqua effervescente. Nota bene che l'effervescenza era soltanto quella consumistica che nulla aveva a vedere con la vispezza mentale. C'era il candidato che aveva rinnegato la Croce come quel suo concorrente che aveva rinnegato la Falce e il Martello, così come ambedue avevano rinnegato il colore Bianco e il colore Rosso che, saputo dai sondaggi che il colore politico Bianco e quello Rosso e che il simbolo della Croce e quello della Falce e del Martello, ancora suscitavano delle sicure aspettative a tanti elettori, mettevano sul campo della scheda elettorale quei colori con quei simboli anche se piccoli o più o meno grandi, -in maniera del servizio da svolgere nelle diverse situazioni e località ma calettate al millesimo per non sollecitare non più di tanto gli interrogativi troppo salvifici-, interrogativi suscitanti soltanto le curiosità giuste, quelle appena utili e sufficienti a quel minimo efficace, ma indispensabili per carpire il voto al Ghiro Elettore. (Ricordo da un racconto di Ariella).
Vedi:
TENTATA TRUFFA (12 maggio 2014).
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