PERSONALITA’ E PERSONALITA’

 

venerdì, 4 aprile 2014

PERSONALITA’ E PERSONALITA’

L’insieme delle qualità proprie di una persona, che la fanno distinguere da tutte le altre, perché possiede doti e meriti particolari, è sintetizzato nella parola “personalità”; altra questione è ricoprire una carica importante, in cui l’uso della parola “personalità” è soltanto per una semplice convenzione; per capirsi: è come quando si tratta di definire un premier, il quale non è dato per certo che esso sia necessariamente un leader. La parola “personalità” fu strumentalizzata con il famoso “culto della personalità” appioppato ad alcuni grandi condottieri del passato; così come l’uso nella capitale da parte di tutti per chiunque della parola “dottore”. Altra cosa sono stati i titoli professionali esibiti, -ignorando l’evidente ridicolaggine-, nella dialettica istituzionale e in particolare nei dibattiti televisivi, durante il vuoto periodo dell’apparire e dell’eloquenza. Attestare con i vari: “avvocato, dottore, giornalista, scrittore, filosofo”, nascondeva, forse, l’illusione di manifestare una garanzia di idoneità per la gestione degli affari pubblici? (Ricordo da un racconto di Rita).

RICORDO  DELLE  FRATTOCCHIE  ( parte )
Non gli era stato insegnato
 come ci si presenta in pubblico:
 se era più apprezzato
 vestirsi con giacca e cravatta
 oppure con jeans e maglietta;
 se con il capello curato e corto
 oppure lungo con la barba incolta;
 se suscitava più simpatia
 apparire con uno smagliante sorriso
 oppure assumere un aspetto serio,
 pensoso, riflessivo.
 No, era chiaro,
 non gli era stato insegnato nulla
 che riguardasse l’apparire.
 Non gli era stato insegnato
 a studiare bene un testo
 e riuscire a ripeterlo a memoria
 senza esitazione e, con efficace comunicativa,
 mantenere l’attenzione degli ascoltatori;
 non gli era stato insegnato a credere
 e avere fede nelle personalità importanti e famose,
 ad obbedire sempre e comunque alla gerarchia superiore.
 Non gli era stato insegnato nulla di nulla che già sapesse.
 Eppure qualcosa di essenziale
 sentiva volteggiare nel proprio intimo.
 Mentre il treno lo riportava in Toscana,
 il suo sguardo si perdeva nella compagna laziale
 e il cervello continuava a pensare e curiosare;
 lo sentiva allegro nella ricerca continua,
 autonomo e pulsante come il cuore.
 -Renzo Mazzetti- (luglio 2012)

Vedi: INGAGGIO E INGAGGIO (29 marzo 2014).




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