LO ZIO ORESTE
martedì, 1 aprile 2014
LO ZIO ORESTE
L’autorità è potere e diritto, non è ovvio che sia autorevole, prestigiosa e competente; essa può facilmente trasformarsi in abuso e continuare a comandare, se pur diventata inaccettabile, imporre un regime autoritario. Tante e insospettabili sono le strade che conducono alla tirannia. Mi viene alla mente una lettura di Aristotele: “Nessuno sceglie come capi i giovani, poiché si ritiene che essi non siano saggi. Per il coraggio invece vale l’opposto, dato che in gioventù è più necessaria un’attività rispondente al coraggio”. Mi domando: “L’apparire e la parlantina, -qualsiasi sia l’età anagrafica dei governanti-, sono saggezza o coraggio, oppure neutra subordinazione alla moda del momento?”. Lo zio Oreste, scappato dalla persecuzione fascista, diceva che non avrebbe mai immaginato che il pensare liberamente e diversamente dal governo comportasse il rischio della vita, perciò si era trovato all’estero con migliaia di connazionali e con altrettanti, forse più numerosi, esuli antifranchisti spagnoli. Nella zona di Arles sentiva parlare poco il francese, ma tanto italiano e spagnolo. Lo zio Oreste ha imparato ad avversare la superficialità e la semplicità, a diffidare delle belle apparenze e delle belle parole. Lo zio Oreste ha sempre raccomandato di non farsi abbindolare. (Ricordo da un racconto di Vasco).
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