IL POLIMORFO

 

giovedì, 13 marzo 2014

IL POLIMORFO


 “Egli”, il furbastro retore di turno, si impose più in alto di tutti. Nel precario equilibrio tra i grandi palazzi del potere temporale, detenne lo scettro bilanciere. “Egli”, benedetto dall’immortale sul colle, saettava instancabile in ogni luogo, -si sussurrava di polimorfismo-. L’ambizione facile lo invischiò nella politica fin dalla tenera età. La faziosità, tipica dei giovani di parte, gli procurò tanti nemici, nell’attività di opposizione clandestina lo chiamavano: “Egli”. Il “Polimorfo”, grande attore televisivo, visse nel secolo del “Comprofalo”, e precisamente nel terzo periodo a cavallo tra l’era della “Dittatura finanziaria” e le “Primarie: metafora della democrazia” dei Partiti Azienda, opposti e complementari. Il ”Polimorfo” fu l’artefice della concreta attuazione di due antichi e arcani metodi dell’arte del governare: “Estrema semplificazione” e “Dividi ed impera”. Il libro, che narrava la storia della scomparsa di “Egli”, andò distrutto in un incendio durante la “Decima ribellione”. (Ricordo da un racconto di Tirella).

 

C         I          R          C           O

 

Uomo non è il poeta, è bestia cosa

 

ramingo fuor di gabbia o di voliera

 

che gira per il mondo a far capriole,

 

ricordi di quel circo che ha inventato.

 

Stende a terra la cappa che lo scopre,

 

fa del petto tamburo, e rulla, salta,

 

è orso ballerino, scimmia sapiente,

 

uccel dal becco storto e lunghe gambe.

 

Poi suona la fanfara dei suoi versi,

 

grancassa e fagotto strimpellati,

 

e perché bestia è, bestia rimane,

 

cantando alle stelle tramontate.

 

-José  Saramago-

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