CIARPAME STATALE
mercoledì, 29 gennaio 2014
CIARPAME STATALE
Nella repubblica democratica non meno che nella monarchia,
lo Stato rimane una macchina per l’oppressione di una classe da parte di
un’altra. Una forma più larga, più libera, più aperta, di lotta di classe e di
oppressione di classe facilita immensamente al proletariato la sua lotta per la
soppressione delle classi in generale. Perché soltanto una nuova generazione
sarà in grado di scrollarsi dalle spalle tutto il ciarpame statale? Questo
problema è connesso a quello del superamento della democrazia. Per un partito
il cui programma economico non è semplicemente socialista in generale, ma
veramente comunista il cui scopo finale è la soppressione di ogni Stato e,
quindi di ogni democrazia. A prima vista questa affermazione pare del tutto
strana e incomprensibile: alcuni potrebbero forse persino temere che noi
auspichiamo l’avvento di un ordinamento sociale in cui non verrebbe osservato
il principio della sottomissione della minoranza alla maggioranza; perché in
definitiva che cos’è la democrazia se non il riconoscimento di questo
principio? No! La democrazia non si identifica con la sottomissione della
minoranza alla maggioranza. La democrazia è uno Stato che riconosce la
sottomissione della minoranza alla maggioranza, cioè l’organizzazione della
violenza sistematicamente esercitata da una classe contro un’altra, da una
parte della popolazione contro l’altra. Noi ci assegniamo come scopo finale la
soppressione dello Stato, cioè di ogni violenza organizzata e sistematica, di
ogni violenza esercitata contro gli uomini in generale. Foresto dice a Osvaldo
di smetterla con Engels e di sedersi davanti allo specchio per l’aggiustata di
barba e il taglio di capelli. (Ricordo da un racconto di Tirella).
La fase superiore
In una fase più elevata della società comunista,
dopo che è scomparsa
la subordinazione asservitrice degli individui
alla divisione del lavoro,
e quindi anche il contrasto
di lavoro intellettuale e fisico;
dopo che il lavoro non è divenuto
soltanto mezzo di vita,
ma anche il primo bisogno della vita;
dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui
sono cresciute anche le forze produttive
e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva
scorrono in tutta la loro pienezza,
solo allora
l’angusto orizzonte giuridico borghese
può essere superato,
e la società può scrivere sulle sue bandiere:
“Ognuno secondo le sue capacità,
a ognuno secondo i suoi bisogni!”.
-Karl Marx-
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