SIRENE
mercoledì, 16 ottobre 2013
SIRENE
Il canto che le sacre Sirene mandano al mare dal prato fiorito è micidiale, perciò i compagni si turano gli orecchi con la cera e dopo, appena la nave sfiora l’isola, il canto di limpida voce attrae Ulisse che, legato strettamente all’albero, soffre perché non può incontrare la dolce armonia; implora con gli occhi ma i compagni, nel vederlo in quelle condizioni, prendono altra corda e lo legano ancora di più e affrettano curvi il moto dei remi. La curiosità con l’astuzia e la scaltrezza unita ai compagni è la straordinaria forza che ritrova la strada, libera la famiglia e salva la casa. Poi, passato l’eroe sapiente con i sordi compagni al timone e ai remi, tutti i sudditi sono indifesi e disperati perché il triviale canto del sistema mercato è sempre più alto; mai è sazio e inesorabile attrae micidiale; totalizzante è ovunque presente; regala la merce: due prodotti al prezzo di uno! quattro al prezzo di due! fate la scorta, riempite credenza e frigorifero, comprate, il soldo deve girare: più gira e più si fanno gli affari. La libera società spontaneamente regola il traffico, difatti il potente è sempre più potente e il povero è sempre più povero; il cassonetto dell’immondizia è diventato il moderno distributore di misera sopravvivenza; l’ignoranza del popolo impera nella repubblica monarchica. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).
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