LEGALITA’

 

lunedì, 5 agosto 2013

LEGALITA’

 

 Nella società capitalistica la legalità è rappresentata dagli interessi della classe borghese. Quando un’azione tende a colpire in qualunque modo la proprietà privata ed i profitti che ne derivano, quell’azione diventa subito illegale. Questo avviene nella sostanza. Nella forma la legalità si presenta alquanto diversa. Avendo la borghesia, conquistato il potere, concesso eguale diritto di voto al padrone ed al suo salariato, apparentemente la legalità è venuta assumendo l’aspetto di un insieme di norme liberamente riconosciute da tutte le parti di un aggregato sociale. Ci è stato ora chi ha scambiato la sostanza con la forma e dato quindi vita alla ideologia liberale-democratica. Lo Stato borghese è lo Stato liberale per eccellenza. Ognuno può in esso esprimere liberamente il suo pensiero attraverso il voto. Ecco alla lunga a che si riduce la legalità formale nello Stato borghese: all’esercizio del voto. La conquista del suffragio alle masse popolari è apparsa agli occhi degl’ingenui ideologi della democrazia liberale la conquista decisiva per il progresso sociale dell’umanità. Non s’era mai tenuto conto che la legalità aveva due facce: l’una interna, la sostanziale; l’altra esterna, la formale. (Meditazione su Legalità, 28 agosto 1921, di Antonio Gramsci).

L    E     G    A    L    I    T    A’

 

Fin dove la legalità afferma i suoi limiti?

 

Quando questi non sono più rispettati?

 

E’ certo difficile fissare qualunque limite,

 

dato il carattere assai elastico

 

che assume il concetto della legalità.

 

Per ogni governo

 

tutto ciò che si manifesta

 

nel campo dell’azione contro di esso

 

sorpassa i limiti della legalità.

 

Epperò si può dire che la legalità

 

è determinata dagli interessi della classe

 

che detiene in ogni società il potere.

 

-Antonio   Gramsci-

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