GRANDE GIOVANNI
sabato, 15 giugno 2013
GRANDE GIOVANNI
Il cavallo, enorme e forte nel lavoro, trascina il barroccio pieno di robetta; Giovanni tiene le briglie e, con il bel tempo e il tempaccio, viaggia sempre sicuro; il fiasco dell’acquetta (risciacquatura di botte) con un cantuccio di pane avanzato, una cipolla vernina, il carattere indomito gli danno energia; sono lunghi e duri i trasporti, il guadagno è misero: buona parte se ne va per la biada. Altri barrocciai, con la tessera del Fascio, se la passano molto bene: il Regime gli ha concesso l’esclusiva del trasporto delle pelli tra la stazione ferroviaria di San Romano e le vicine concerie. Giovanni Rossi, mio nonno, vive la nera miseria di resistente comunista. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).
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ANGELO FORTUNATO (15 gennaio 2011) ;
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