SPASSONERIE
martedì, 12 febbraio 2013
SPASSONERIE
Il Carnevale è un
qualsiasi divertimento continuativo nel tempo che va dal giorno successivo a
quello del Natale sino al dì delle Ceneri (altri ne danno l’inizio dal giorno
dell’Epifania); rappresenta la massima consacrazione spassosa ritenuta
indispensabile per cancellare con la burla gli acciacchi del fisico e le
preoccupazioni per la mente; è una gioiosa liberazione per il cuore; è la
efficace e feconda sensata risata di massa; è una sublime farsa recitata
nell’anno duemilatredici (finalmente è superato il dopo Pietro?) nella quale
puntuali coincidono: i bombardamenti contro gli islamici, le dimissioni del
papa, il festival della canzone di San Remo, le elezioni politiche anticipate
con il sistema ”porcellino” con il quale i politicastri tentano di attuare il
‘’salva casta” affinché i ricchi privilegiati possano moltiplicare il denaro
rapinato dalla speculazione finanziaria. Il Carnevale è quel luogo indefinito e
passeggero degli umani, è la perenne beffa degli indecenti che adorano l’idolo
della prima era tecnocratica europea. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).
L A C A N Z O N
E D E L L E B A N C H E
O Italia mia, vedo le banche e i parchi
Metallici presidii e l’eccedenza
Di carte consorziali,
Ma il marengo non vedo.
Non vedo il franco e il rame and’eran carchi
I nostri padri antichi. Or senza arredo
D’oro e d’argento vuote casse mostri.
Ohimè, quante cambiali
In lunga sofferenza!
E questo è peggio
Che tutte son di deputati nostri
Ricercanti il pareggio
Delle lor tasche, a spese
Del sempre mai diletto almo paese.
Tu, di forma sol vaga,
O Italia ipotecata,
Dormi tranquilla e paga
Sì, paga, Italia mia,
Le tasse a pagar nata
Nella prospera sorte e nella ria.
-Leopardi Risorto-
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