GEOGRAFICA VERITA’ ISTITUZIONALE

 

venerdì, 15 febbraio 2013

GEOGRAFICA VERITA’ ISTITUZIONALE


Le assemblee legislative si possono paragonare alle carte geografiche che devono riprodurre tutti gli ambienti della nazione con le loro proporzioni senza che gli elementi più considerevoli facciano scomparire i minori. La legge è l’espressione della volontà generale e tutti i cittadini hanno diritto di concorrere personalmente o per mezzo dei loro rappresentanti alla sua formazione. Tutti gli elettori sono uguali. I cittadini hanno tutti lo stesso diritto ad essere rappresentati. L’elezione dei deputati e dei senatori deve essere una manifestazione equa e pacifica della situazione vera della nazione e non una lotta avente l’effetto di privare una parte degli elettori del diritto alla rappresentanza. La proporzionalità della rappresentanza è l’unica regola corretta allo scopo di concedere a ciascuna opinione un numero di rappresentanti proporzionale al numero dei suoi aderenti. La rappresentanza proporzionale risponde ai principi di uguaglianza e di giustizia ed è la logica e necessaria conseguenza del suffragio universale. Nella espressione suffragio universale c’è implicita la partecipazione di tutti gli elettori ad un suffragio effettivo. Senza la rappresentanza della minoranza o con una rappresentanza falsata di essa, l’aggettivo universale aggiunto al sostantivo suffragio suona come una derisione. Perché il suffragio universale non sia una parola vana bisogna che tutti gli elettori indistintamente abbiano il modo di concorrere in perfetta eguaglianza alla elezione dei deputati e dei senatori. La falsa rappresentanza centuplica l’astensione dal voto e produce l’ingiusta ineguaglianza. (Ricordo da un racconto di Tirella).

 

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D  E  M  O  C  R  A  Z  I  A        F  O  R  M  A  L  E

 

Democrazia formale, si è detto.

 

Perché formale?

 

Perché questa democrazia asserisce

 

l’eguaglianza politico-giuridica dei cittadini

 

ma non si cura della disuguaglianza economica e sociale

 

in quanto capitalisti o lavoratori, sfruttatori o sfruttati.

 

Prescinde, astrae da questo, essa sdoppia l’uomo,

 

da un lato in un individuo egoista e isolato

 

che sopraffà o viene sopraffatto

 

nella spietata competizione che caratterizza

 

la società capitalistica,

 

dall’altro in un cittadino che

 

di fronte alla legge come davanti all’urna

 

è perfettamente identico all’altro cittadino.

 

Sta in ciò il grande limite

 

della democrazia formale.

 

-Karl  Marx-

 

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