BARATRO DELLE GUERRE

lunedì, 25 febbraio 2013

BARATRO DELLE GUERRE

Si dice che non si giudicano i vincitori, che essi non debbono essere criticati, non debbono essere controllati. Questo non è giusto. I vincitori debbono e possono essere criticati e controllati, e questo è utile non solo per la causa, ma per gli stessi vincitori: vi sarà meno presunzione e tanto maggiore modestia. La causa generale che determina le guerre nella presente fase storica è da ricercarsi nello sviluppo del capitalismo mondiale del nostro tempo il quale non procede con un movimento progressivo pianificato e regolare, ma attraversa crisi e catastrofi militari. La pacifica convivenza di tutti gli Stati del mondo è legata a un equilibrio economico internazionale. Non è fatale che il progresso di una nazione susciti in altre brame di sopraffazione determinando spaventosi conflitti armati. Questo progresso può anche essere di stimolo a pacifiche competizioni che stanno come premessa all’ascesa generale dell’umanità.

 I N D O V I N A         L’ I N D O V I N E L L O

 C H I         E ‘          L’ A U T O R E ???????????????????

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A  D  D  I  O       A  L  L  A       S  I  B  E  R  I  A
Qui ho trovato asilo, un tetto,
Pane e una stretta di mano,
Qui ho avuto
Compagni amati. A questa terra
Devo la vita, il mio passo sereno.
Quando vi giunsi umiliato,
Ferito al primo scontro (e credevo
D’esser stato colpito alla testa,
Non sapevo che invece il cuore
M’avevano trafitto), questa terra
Con acue limpide mi lavò gli occhi stanchi,
Con sali generosi mi saturò le ossa,
Col balsamo dei pini la forza,
E mi bruciò le vanità più antiche.
Questa terra mi ha ridato l’anima
Del combattente che rifiuta la morte
Che al fronte lotta per la vita piena.
Nella pelliccia candida smossa dal vento
Tra la foresta e le cupe miniere
Con l’occhio scintillante nella notte buia
S’erge l’Ural. Addio, Siberia! Addio,
Terra guerriera e dolce! Sulle onde ghiacciate
Che l’oceano ti porta, tu riposa
La fronte, come su un cavallo
Schiumante e bianco. Il tuo destriero
S’esalta ai tropici. Eccoti protesa
Pronta a forare il tempo, a superare
Tutte le rovine ammucchiate.
Noi che partiamo pel combattimento,
Per la libertà di un più piccolo paese,
Spaventeremo i nemici gridando:
”Siberia!”. E nel cuore
Di un paese ferito porteremo
La calda carezza del grido: ”Polonia!”
Così si uniranno nella vittoria,
in un sol canto di gioia, Siberia
E Polonia, Polonia
E Siberia!
-Lucian Szenwald- 

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