NERONE COL TRAMMINO

venerdì, 19 ottobre 2012

NERONE COL TRAMMINO

 

A Pisa erano venuti i dirigenti nazionali, per primo il compagno Fausto Gullo che, come ministro dell’agricoltura, aveva proposto la legge contro il latifondo e le terre incolte per andare incontro alle masse diseredate del Mezzogiorno. Poi venne Ferruccio Parri che parlò in Piazza Cavalieri dal Palazzo dei Cavalieri di Santo Stefano, Parri, più combattente che politico, tradiva nelle sue espressioni, la debolezza del suo governo sommerso da gravissimi problemi del dopo fascismo e dopo guerra, si capiva che la sua presenza al governo sarebbe stata di breve durata. La visita degli uomini politici nazionali veniva annunciata da grandi striscioni incollati sui muri delle sponde dell’Arno ed è qui che si introdusse un piacevole scherzo degli studenti universitari pisani che cominciavano a frequentare le facoltà. Dopo Gullo e Parri arrivò a Pisa Nerone. Ci volle poco a capire che quella era una trovata studentesca che festeggiava l’inizio dell’anno accademico 1945-1946. Infatti una mattina, alle ore 9, un giorno di novembre, Nerone arrivò a Pisa col trammino di Pontedera appena ripristinato con macchine a vapore che usavano come combustibile la legna perché ancora non c’era disponibilità di carbone. Il Nerone, studente, era un ragazzone biondo e riccioluto vestito con paramenti romani o giù di lì. Fu accolto al suo arrivo da un numeroso gruppo di studenti e portato in trionfo per le vie della città fino al Bagno di Nerone a Porta a Lucca. Qui giunto, siccome l’imperatore aveva mostrato il desiderio di lavarsi i piedi, fu disposta una bacinella dove egli immerse i piedi mentre una matricola glieli insaponava, un’altra matricola si era curvata e faceva da sgabello alla maestà imperiale che si sentì molto infastidito perché l’acqua era diaccia e ordinò ai pretoriani di punire gli incauti famigli. Tutti finì in una risata e grandissima confusione dopo di ché, deposti i panni imperiali, l’imperatore ritornò ad essere uno studente come tutti gli altri. Gli studenti si davano da fare per dare un tono scherzoso alla vita della città secondo la vecchia tradizione goliardica e fu così che, in Piazza Garibaldi, fu organizzata, tutti i giorni, dalle ore 12 alle 13 la trasmissione ”Radio Palle di Ponte”. Gli altoparlanti erano stati posti nella terrazza della Camera del Lavoro che aveva allora sede al numero uno di Borgo Stretto sul palazzo che dà in Piazza Garibaldi con la facciata opera del Buontalenti: ”Qui Radio palle di Ponte e senza palle; qui Radio palle di Ponte senza palle e senza ponte”. Il ponte era precipitato in Arno per i bombardamenti aerei alleati del giugno 1944 e, in modo completo, per le mine poste e fatte esplodere dai tedeschi, anche le palle, le quattro palle erano precipitate giù. (Meditazione su: I compagni di Menotti Bennati).

 

Noi,

 

Tu e io e voi-noi tutti.

 

E’ nei tuoi vestiti, compagno, e pensa nella tua testa.

 

Dove vivi è la sua casa, e dove sei attaccato combatte.

 

-Brecht  Bertolt-

 

 

 

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