REDENTORE
martedì, 9 ottobre 2012
REDENTORE
Questa è la storia di Bartolomeo Vanzetti nato a Villafalletto,
in provincia di Cuneo, e morto negli Stati Uniti, fulminato sulla sedia
elettrica. E’ la storia di un uomo vero che, per un ideale di giustizia, di
libertà, di pace, non ha mai ceduto un istante, in sette lunghi anni di
carcere, con la inesorabile condanna sulle spalle, né alla rassegnazione né
allo sconforto così come non ha tremato dinanzi alla barbara esecuzione nel
paese che si vantava per la sua alta civiltà. Gli ideali di Vanzetti, il suo
anelito alla giustizia e alla redenzione degli sfruttati, sono ancora gli
ideali che animano tanti giovani nel mondo. La storia di Bartolomeo Vanzetti,
storia di emigrazione, di sofferenza, di ingiustizie patite, la storia della
sua famiglia, dicono anche che non tutti si considerano dei vinti. Si può spezzare
la rassegnazione, si può vincere la disperazione, si può resistere a testa alta
anche agli aguzzini del carcere e al boia che ti lega le cinghie sulla sedia
elettrica. Nessun uomo può essere sconfitto se sa difendere la sua dignità e
unirsi agli altri uomini per scuotere il potere e battere l’incuria e
l’arroganza dei potenti. Vanzetti è un utopista ma è ben cosciente che la sua
utopia dovrà diventare realtà se si vuole creare una società giusta. Vanzetti è
un poeta che si batte senza odio ma con la tenacia di chi non deflette dalla
sua fede e dai suoi principi. Lo attendeva la sedia elettrica, combatteva ogni
giorno con se stesso assieme all’amico Sacco, non tanto per salvare la sua vita
che pure amava allo spasimo, quanto per dire al mondo che bisognava rendere
impossibile consumare ingiustizie così potenti e dannate, ciononostante sapeva
commuoversi dinanzi ai canti del ”pastore errante dell’Asia”. Vanzetti alza
ancora la sua robusta voce proletaria contro ogni ipocrisia, chiede ad ogni
uomo di essere tale perché non ci sia più sfruttamento né inganno da parte di
qualsiasi potente tiranno. Bartolomeo Vanzetti non è un mito: non voleva essere
un mito. Non lo deve essere né per l’oggi né per domani, ma l’esempio di un
redentore che ha sacrificato nel fuoco la luce del suo sguardo perché tutti
vedessero il vero, il giusto nel suo tempo e oggi e domani. (Meditazione su Un
grande uomo di Davide Lajolo introduzione al libro di Bartolomeo Vanzetti).
SACCO E VANZETTI
Il ventidue di agosto a Boston in America
Sacco e Vanzetti van sulla sedia elettrica
E con un colpo di elettricità
All’altro mondo li voller mandà
Circa le undici e mezzo giudici e gran corte
Entran poi tutti quanti nella cella della morte
”Sacco e Vanzetti state a sentir
Dite se avete qualcosa da dir”
Entra poi nella cella il bravo confessore
Domanda a tutte e due la santa religione
Sacco e Vanzetti con grande espression
”Noi moriremo senza religion”
E tutto il mondo intero reclama la loro innocenza
Ma il presidente Fuller non ebbe più clemenza
”Siano essi di qualunque Nazion
Noi li uccidiamo con grande ragion”
E tutto il mondo intero reclama la loro innocenza
Ma il presidente Fuller non ebbe più clemenza
Addio amici in cor la fé
Viva l’Italia e abbasso il Re.
-Anonimo-
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