LODI DELL’ACQUA

 

domenica, 16 settembre 2012

LODI DELL’ACQUA

Più d’uno cantò il vino.

Innumerevoli sono i poeti che hanno elevato fino al lirismo la loro ebrezza e teso verso gli dei la coppa di VINO forte che la loro anima attendeva.

Il VINO molto pregiato merita queste lodi. Ma quale ingratitudine e quale grande errore in coloro che bestemmiano l’ACQUA!…

Divina lucidità, Roccia trasparente, meraviglioso Agente della vita, ACQUA Universale, volentieri ti offrirei l’omaggio d’infinite litanie.

Canterò l’ACQUA tranquilla, lusso supremo dei luoghi, in cui si estende coltri di calma assoluta, sulla cui pura superficie ogni cosa contemplata sembra più perfetta di se stessa. Là, tutta la natura diventa Narciso, e si ama…

L’ACQUA MOBILE che, con dolcezza e violenza, con stillicidi e con usura prodigiosamente lenta, con il suo peso come con torrenti e vortici sfrenati, con nebbie e piogge, con ruscelli, cascate e cateratte scava la roccia, leviga il granito, logora il marmo, arrotonda il ciottolo all’infinito, culla e dispone in molli strascichi e in dolci spiagge tutta la sabbia che ha creato. Essa lavora e varia, scolpisce e orna la configurazione rozza e cupa della dura terra.

L’ACQUA MULTIFORME abita le nubi e riempie gli abissi; in forma di neve si posa sulle cime esposte al sole, donde pura essa scorre; e seguendo percorsi a lei noti, cieca e sicura della sua strana certezza, invincibilmente discende verso il mare, la sua massa più grande.

Talvolta, visibile e chiara, rapida o lenta, fugge con un mormorio di mistero che a un tratto si muta in un brontolio di torrente vorticoso per sciogliersi nel tuono esterno di cascate poderose e abbaglianti, portatrici d’arcobaleni nel loro vapore.

Ma in breve essa sfugge e avanza sottoterra, segreta e penetrante. Scruta le masse minerali in cui s’insinua e si apre i varchi più bizzarri. Si cerca nella notte dura, si raggiunge unendosi a se stessa; fora, trasuda, scava, sgretola, sfalda, agisce senza perdersi nel labirinto che crea; poi, si placa in laghi sepolti che nutre di lunghe lacrime le quali si rapprendono in colonne d’alabastro, cattedrali tenebrose da cui si diramano fiumi infernali popolati da pesci ciechi e di molluschi più antichi del diluvio.

Ma quante cose l’ACQUA ha conosciuto in queste strane avventure!… Ma il suo modo di conoscere è singolare. La sua sostanza diviene memoria: essa prende e assimila a sé qualche traccia di tutto quanto ha sfiorato, bagnato, avvolto: dal calcare che ha scavato, dagli anfratti che ha lavato, dalle ricche sabbie che l’hanno filtrata. Benché fuoriesca all’aperto, è carica delle forze primitive delle rocce che attraversa. Trascina con sé frammenti d’atomi, elementi di energia pura, di gas sotterranei, e talvolta l’intimo calore della terra.

Infine sgorga, imbevuta dei tesori della sua corsa, offerta ai bisogni della vita.

Come non venerare questo elemento essenziale di ogni VITA? Ben in pochi tuttavia comprendono che la VITA non è altro che ACQUA organizzata.

Osservate una pianta, ammirate un grande albero, e immaginate che non è altro che un fiume eretto diramatosi nell’aria del cielo. Attraverso l’ALBERO l’ACQUA avanza verso la luce. L’ACQUA si costruisce con alcuni sali della terra una forma amorosa del giorno. Tende ed estende verso l’universo braccia fluide e potenti dalle mani leggere.

Dove esiste l’ACQUA, l’uomo ha la sua dimora. Che cosa è più necessario di una freschissima ninfa? La ninfa e la sorgente segnano il punto sacro in cui la Vita si pone e si guarda intorno!

A questo punto si saprà che esiste un’ebrezza dell’ACQUA! Bere!… Bere… E’ ben noto che solo l’acqua pura placa la vera sete. V’è un che d’autentico nell’accordo del vero desiderio dell’organismo e del liquido originario. Essere alterato significa divenire altro: corrompersi. Bisogna dunque dissetarsi, ridivenire, fare ricorso a quel che esige tutto ciò che vive.

Lo stesso linguaggio è pieno di lodi dell’ACQUA. Affermiamo di avere SETE DI VERITA’. Parliamo della TRASPARENZA di un discorso. Spendiamo talvolta un FIUME di parole…

Il tempo stesso ha attinto al corso dell’ACQUA pura la figura che ce lo descrive.

Adoro l’ACQUA.

 -Paul Valery-

 A   C   Q   U   A
 Il pensiero ritorna
 infiltrandosi nella memoria
 fa rivivere le membra
 dell’immobile persona.
 Un frammento pende
 e giù dal sole dell’agosto
 cadono polverizzate le nubi.
 Timidi sussurri
 in rumore di corrente
 escono dall’erba della sponda
 ma il nascere del fiore
 viene stroncato e trascinato
 dal profondo fiume
 e dai molli potali
 ne beve l’amaro sapore.
 L’occhio giallo sbiadito
 guarda l’alveo dei rifiuti
 i pesci premurosi accorrono
 al profumo della natura
 mordono e sbranano
 e sazi se ne vanno.
 Poi una goccia
 non riesce ad evaporare:
 Grida nella piccola passione
 lo scheletro trasportato
 nello schiumoso salato
 dove rabbioso ondeggia ripieno
 del fiume sereno.
 -Renzo   Mazzetti-
 ( Sull’Arno -1973- )

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