GRANDE GINO

 

mercoledì, 8 agosto 2012

GRANDE GINO

Gino si sente un rivoluzionario mentre pedala per andare a ritirare il pacco con le copie del suo giornale. Il fondatore lo guarda con affettuoso interesse e, accennando un’espressione arcigna, scuote la testa: ”Servizievole, troppo servizievole”. Quello che è giudicato seriamente è il servilismo che da sempre ha portato alle falsificazioni e agli inganni. Perché il quotidiano non se lo vanno a prendere quando giunge alla stazione ferroviaria? Perché aspettano di essere serviti dal diffusore sino sull’uscio di casa? Pretendono anche i pasticcini con il caffè e il latte? Nel posto dove viene messo il giornale ci trovi una o più copie dei giorni precedenti belle e intatte, rimaste senza nessuna traccia di interesse, neppure quella di un superficiale semplice sguardo ai titoli o alle foto. Insegnare anche ad una cuoca a governare è una illusione se viene meno un minimo di onore. Il comunista mai non serve, mai si fa servire. (Ricordo da un racconto di Tirella).

A  L  L  A        L  U  N  A
 O graziosa luna, io mi rammento
 Che, or volge l’anno, sovra questo colle
 Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
 E tu pendevi allor su quella selva
 Siccome or fai, che tutta la rischiari.
 Ma nebuloso e tremulo dal pianto
 che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
 Il tuo volto apparia, che travagliosa
 Era la mia vita: ed è, né cangia stile,
 O mia diletta luna. E pur mi giova
 La ricordanza, e il noverar l’etate
 Del mio dolore. Oh come grato occorre
 Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
 La speme e breve ha la memoria il corso,
 Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l’affanno duri!
 -Giacomo  Leopardi-





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