FIAMME

 

lunedì, 20 agosto 2012

FIAMME

 

 Il disastro provocato dall’incendio alla Resnea di Ponte a Egola, industria di smaltimento di rifiuti anche pericolosi, è l’ennesima riprova della bomba a orologeria su cui sono seduti gli abitanti della Zona del Cuoio. In un attimo Ponte a Egola ha rischiato di trasformarsi in una novella Seveso, con ambulanze in stato di emergenza e macchine della protezione civile che invitavano a sigillare porte e finestre per difendersi dai fumi tossici. Ci chiediamo: è questo un modo di vivere sensato? Sarà questo il nostro futuro quotidiano? Già lo scorso anno avevamo denunciato il tentativo di istallare a Ponte a Egola una ditta di trattamento di rifiuti liquidi anche pericolosi, proprio accanto alla Resnea, che avrebbe trattato 73.000 tonnellate annue. Dopo la nostra denuncia pubblica, per fortuna l’impianto è stato fortemente ridimensionato. Ma non basta. Non vogliamo nemmeno pensare cosa sarebbe potuto accadere nel caso in cui un incendio incontrollato avesse coinvolto più ditte. Ci vogliono più controlli, e bisogna assolutamente ripristinare subito l’efficacia dell’Arpat, la cui sede di San Romano è stata gravemente indebolita con la riduzione di uomini e mezzi, per volontà dell’assessore regionale Bramerini e col silenzio complice dei nostri sindaci. Non vorremmo cominciare a vederne le conseguenze. Ricordiamo che Arpat, nonostante il grave ridimensionamento del personale a cui è stata soggetta, ha continuato a promettere che sarebbe riuscita a svolgere ugualmente gli stessi carichi di lavoro. Ebbene, dato che la Resnea, l’azienda devastata dall’incendio, figura tra le aziende da essa monitorate, vogliamo sapere pubblicamente quali e quanti controlli Arpat è riuscita ad eseguirvi nel 2012. Chiediamo inoltre che le analisi sui campioni prelevati in loco vengano subito rese pubbliche, e che si convochi subito un consiglio comunale aperto a San Miniato, sulla questione specifica ed anche, in senso più ampio, per discutere del futuro di un territorio così a rischio. Il problema è infatti più vasto. C’è una chiara volontà politica e industriale di trasformare il nostro comprensorio in un grande polo di smaltimento rifiuti, uno dei più grandi d’Italia, con tutti gli enormi rischi per la salute che questo comporta. Il comparto conciario non tira più, e lo smaltimento garantisce invece enormi profitti. Da qui le richieste di ditte che voglio lanciarsi nel business dei rifiuti. E da qui anche il grande abbraccio tra sindaci e industriali per la costruzione del cosiddetto Tubone, un progetto che servirà principalmente a far diminuire i costi di depurazione ai conciatori ma che verrà pagato dai cittadini; un altro tassello sulla strada verso la costruzione del Comprensorio dello Smaltitoio e della spazzatura. (Meditazione su: L’incendio di Ponte a Egola di Fabio Corsi consigliere comunale Comunisti Uniti San Miniato).

 

[  T   A   N   T   O        C   A   O   S  ]

 

Le persone esistono

 

per essere amate.

 

Le cose esistono

 

per essere usate.

 

Se c’è tanto caos

 

in questo mondo,

 

è perché le cose

 

vengono amate

 

e le persone

 

vengono usate.

 

-Francesca  Ferrari-

 

[ Cerca : ADRIO VI VEDE ( 23 aprile 2011 ) ]

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