ONNIPOTENTI

 

martedì, 14 febbraio 2012

ONNIPOTENTI

 

 L’alto clero, ricchissimo, possedeva un enorme patrimonio calcolato oltre cento milioni di scudi e in più disponeva dei beni e delle entrate dello Stato. A Roma dominava il papa con la sua Corte di dignitari, di funzionari e di servitori. Ogni volta che cambiava pontefice cambiava la maggior parte dei funzionari e dei servitori; per questo costoro non avevano altro pensiero che di far fortuna alla svelta e con ogni mezzo. Fuori Roma, invece, nelle Legazioni e nelle altre province, esercitavano i pieni poteri i Cardinali Legati e gli altri prelati incaricati del governo, dei quali si diceva che erano principi a Roma e pascià nelle province. La corruzione della corte pontificio era sulla bocca di tutti: venivano attribuite ai prelati ed al papa una o più amanti, si parlava dei loro onnipotenti favoriti, privilegiati, insindacabili da parte dei laici e investiti di tutte le cariche importanti, erano anche gli ecclesiastici subalterni, preposti all’amministrazione civile e religiosa delle città. I curati potevano penetrare a tutte le ore nelle case dei contadini, per assicurarsi dell’osservanza dei buoni costumi e dei precetti della religione. Avevano spie, ordinavano perquisizioni ed arresti. Il fenomeno che più colpiva gli stranieri che visitavano lo Stato Pontificio era la mendicità e la straccioneria, scriveva il francese Briffault, fioriscono i mendicanti che assediano e insozzano tutti gli accessi delle chiese, dei monumenti, delle passeggiate e dei palazzi. A questo si aggiungevano i frati questuanti. Penosa era la condizione del proletariato di campagna, dei braccianti; essi, scrive Gismondi, offrono le loro braccia ai proprietari dei terreni così per eseguire i più faticosi lavori e con salari di fame; ma questi lavori occasionali danno loro occupazione solamente per poche settimane all’anno per poi essere condannati a vivere con quello che gli riesce di rubare nei campi o di elemosine. Mangiavano praticamente solo poco pane e abitavano in capanne di stoppia o in caverne. La disoccupazione infieriva anche negli artigiani e negli operai, che, per pochi soldi, lavoravano sino a undici ore al giorno. La conseguenza di questo stato di cose era il costante aumento della delinquenza e l’enorme diffusione del brigantaggio. Nelle città gli impiegati laici, i medici, gli avvocati, vegetavano senza avvenire, perché era loro interdetto ogni progresso di carriera dalla invadente supremazia del clero e dalla dichiarata ostilità verso ogni forma di cultura. Nelle campagne i piccoli e i medi proprietari erano in difficoltà per il continuo aumento delle tasse e miseri ancora i mezzadri, i piccoli affittuari e i coloni. (Meditazione su Gregorio XVI di Stefano Canzio).

 

 

 

V  A   T  I  C  A  N  O

 

Il vaticano

 

è la più grande forza reazionaria

 

esistente in Italia;

 

forza tanto più terribile

 

in quanto insidiosa e inafferrabile.

 

-Antonio   Gramsci-

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