SUPERSFRUTTAMENTO
lunedì, 28 novembre 2011
SUPERSFRUTTAMENTO
Un anno e mezzo fa
sulla vicenda Pomigliano il PD di Bersani (che ancora in troppi si ostinano a
considerare un alleato credibile a sinistra) disse che quella intesa era solo
un’eccezione e tale doveva rimanere. Ma i fatti hanno smentito il PD e
quell’eccezione è stata subito dopo allargata a Mirafiori e all’ex Bertone e si
è rivelata lo strumento con cui distruggere il contratto nazionale negando i
fondamentali diritti dei lavoratori e del lavoro. L’obiettivo di Sergio
Marchionne era chiarissimo fin dall’inizio, puntava a instaurare un nuovo
ordine aziendale per imporre la centralità assoluta dell’impresa come unico
orizzonte possibile nei luoghi di lavoro e nella società. L’obiettivo a cui si
mirava era quello di cancellare ogni difesa individuale e collettiva dei
lavoratori e a tale scopo bisognava eliminare la presenza di qualsiasi sindacato
che non si riconoscesse pienamente nella logica dell’azienda, nei suoi dettami
di sfruttamento e di prevaricazione. Tutto questo per imporre ulteriori
condizioni di supersfruttamento e di moderna schiavitù con riduzione delle
pause, aumento dei tempi e dei ritmi di lavoro, riduzione delle ferie e delle
malattie, cancellazione dell’agibilità sindacale e scalfire gli stessi ”
inalienabili ” diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Anche quello che
accade oggi in Fiat, con la disdetta unilaterale dei contratti, avrà
ripercussioni su tutto il mondo del lavoro, privato e pubblico, e il modello
Marchionne si imporrà come modello delle relazioni sindacali se non
adeguatamente contrastato su ogni piano, sindacale, politico, sociale e
culturale. Di fronte a tanta violenza di classe, tutte le forze sinceramente
democratiche hanno il dovere di prendere una posizione chiara contro i piani
Fiat, coloro che invece non lo faranno o sceglieranno posizioni ambigue
dovranno essere additati come avversari dei lavoratori. Il neo premier Mario
Monti non lascia ben sperare visto che sulle colonne del Corriere della Sera ha
elogiato solo pochi mesi fa ” …le due importanti riforme dovute a Mariastella
Gelmini e a Sergio Marchionne ”. Un biglietto da visita coerente per un governo
espressione diretta del capitale finanziario internazionale e sostenuto dal
Presidente della Repubblica, Confindustria e Vaticano. Quindi se il Governo
Monti e le forze politiche che lo sostengono non fossero d’accordo con la Fiat
avrebbero l’unica strada di procedere alla cancellazione dell’articolo 8 della
manovra finanziaria del precedente governo. Senza quell’articolo l’operazione
di Marchionne non sarebbe praticabile. Impedire il licenziamento senza giusta
causa, il diritto di non essere controllato da telecamere attimo per attimo
sono due dei pilastri sui quali si fonda la nostra democrazia. L’Articolo 8
della legge 138 bis prima menzionato cancella di fatto la democrazia. In
democrazia ogni cittadino, senza distinzione alcuna, è titolare dei propri
diritti: è su questo principio che si fonda il principio di uguaglianza e
libertà di ciascuno e quindi di tutti; è questa uguaglianza ad essere oggi
seriamente minacciata da Marchionne e dai suoi sostenitori. Per queste ragioni,
oggi ancora di più, le vertenze alla Fiat saranno ancora determinanti per
distinguere le forze democratiche da quelle che invece si piegheranno alla
ennesima iniziativa di fascismo aziendale e contro la Costituzione da parte
della Fiat, operando così una scelta di campo contrapposta ai lavoratori e alle
lavoratrici. Battersi contro Marchionne e la disdetta degli accordi sindacali è
doveroso così come diventa prioritario lanciare la parola d’ordine della
nazionalizzazione della Fiat offrendo così all’uomo in cachemire un biglietto
del treno di sola andata verso la Svizzera!
I N D O V I N A L’ I N D O V I N E L L O:
C H I E’ L’ A U T O R E ????????
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O CARA MOGLIE
O cara moglie, stasera ti prego,
dì a mio figlio che vada a dormire,
perché le cose che io ho da dire
non sono cose che deve sentir.
Proprio stamane là sul lavoro,
con il sorriso del caposezione,
mi è arrivata la liquidazione,
m’han licenziato senza pietà.
E la ragione è perché ho scioperato
per la difesa dei nostri diritti,
per la difesa del mio sindacato,
del mio lavoro, della libertà.
Quando la lotta è di tutti per tutti
il tuo padrone, vedrai, cederà;
se invece vince è perché i crumiri
gli dan la forza che lui non ha.
Questo si è visto davanti ai cancelli:
noi si chiamava i compagni alla lotta,
ecco: il padrone fa un cenno, una mossa
e uno dopo l’altro cominciano a entrar.
O cara moglie, dovevi vederli
venir avanti curvati e piegati;
e noi gridare: crumiri, venduti!
E loro dritti senza piegar.
Quei poveretti facevano pena
ma dietro loro, là sul portone,
rideva allegro il porco padrone:
l’ho maledetto senza pietà.
O cara moglie, prima ho sbagliato,
dì a mio figlio che venga a sentire,
ché ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà.
-Ivan Della Mea-
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