PIETRO
martedì, 29 novembre 2011
PIETRO
Senza mamma aveva
lavorato fin da fanciullo. Dopo una infanzia ed una prima giovinezza di
sofferenze aveva imparato da solo a leggere ed a scrivere. Si era formata una
cultura che gli permise anche di scrivere dei bozzetti drammatici. Si era
guadagnata la simpatia e la fiducia dei compagni che lo videro sempre primo
nelle battaglie del lavoro. Nelle elezioni del 1900 fu contrapposto al
rappresentante degli industriali nel collegio di Sampierdarena. L’operaio
verniciatore Pietro Chiesa entrò alla Camera dei Deputati indossando la tuta
blu e dalla estrema sinistra si levò il grido: viva il lavoro!
B A L L A T A D
E L L ‘ A U T O M A
che cosa è l’uomo? Dove cerchi i suoi segni?
È il barometro, l’architettura barocca, il fazzoletto:
non c’era il pane, nemmeno, una volta,
né i tarocchi, né i fotoromanzi, né il letto:
che cosa è l’uomo? Dove sta la sua storia?
È la cornice, il cavallo a dondolo, la radio:
è la vita tutte queste cose,
il calendario, l’agopuntura, lo stadio:
che cosa è l’uomo? Dove poi te lo trovi?
È il gelato alla vaniglia, l’enciclopedia, gli stivali:
dove era un niente, sta un significato,
per le api le arnie, e per gli occhi gli occhiali:
che cosa è l’uomo? Dove sta la sua anima?
È il teorema di Pitagora, la chitarra, il giornale:
vedi la vanga, le tenaglie, la biro,
che fanno il mondo che ti è naturale:
sciogli il tuo braccio, che hai tanto sudato,
e lungo è il tempo che ti hanno sfruttato:
quando un automa ci avrà faticato,
può incominciarci anche l’uomo umanato:
-Edoardo Sanguineti-
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